in caso di vittoria Le Pen non chiederà le dimissioni di Macron – .

In Francia si sono chiuse le liste dei candidati nelle 577 circoscrizioni elettorali per le elezioni legislative del 30 giugno e 7 luglio. a leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, ha dichiarato che in caso di grande vittoria del suo partito alle elezioni legislative non chiederà le dimissioni del presidente Emmanuel Macron. “Sono rispettosa delle istituzioni, non mi appello al caos istituzionale”, ha detto in un’intervista a “Le Figaro”.

Inizia ufficialmente oggi in Francia la campagna elettorale, per le elezioni legislative anticipate del 30 giugno e del 7 luglio, indette dal presidente Emanuele Macron dopo la sconfitta del suo partito alle elezioni europee e dopo il successo del Rassemblement National Giordano Bardella e di Marine Le Pen.

Marine Le Pen ha dichiarato in un’intervista al quotidiano Le Figaro che, in caso di vittoria del Rassemblement National (RN), non chiederà le dimissioni del presidente Emmanuel Macron. “Sono rispettoso delle istituzioni, non chiedo il caos istituzionale. Ci sarà semplicemente coesistenza”, ha detto Le Pen.

In Francia si voterà in 577 circoscrizioni elettorali e i candidati di tutti i partiti hanno convalidato le loro candidature entro le 18 di ieri, domenica 16 giugno. Ventiquattro dei 35 ministri del governo di Gabriele Attal si sono candidati, a cominciare dallo stesso primo ministro, candidato nel 10° collegio elettorale dell’Hauts-de-Seine, lo stesso in cui è stato eletto nel 2017 e nel 2022.

Quali schieramenti si contenderanno le elezioni del 30 giugno in Francia

L’alleanza della destra annunciata da Eric Ciotti con il Rassemblement National di Marine Le Pen potrà contare sull’impegno di “almeno 62 candidati”, ha annunciato il presidente dei repubblicani, assicurando che a questi se ne aggiungeranno altri. I gollisti di Les Républicains (Lr) si dividono sulla decisione del presidente Eric Ciotti di allearsi con il Rassemblement National (Rn). Da parte loro, i repubblicani hanno nominato “quasi 400 candidati in 93 dipartimenti e nelle circoscrizioni elettorali dei francesi residenti all’estero”, come ha riferito il partito. Il presidente di Reconquête!, Eric Zemmour, ha annunciato la nomina di 330 candidati. Nonostante il mancato accordo con la Rn, il partito di Zemmour, che ha al suo fianco la nipote di Marine Le Pen, Marion Marechal, ha scelto di non presentarsi in quasi la metà dei seggi per favorire “gli artefici dell’unità nazionale” come Nicolas Dupont -Aignan, presidente di Debout La France, piccolo gruppo di destra entrato nell’orbita lepenista, e Ciotti.

A sinistra, invece, si formò in brevissimo tempo un Nuovo Fronte Popolare, che spaziava dai socialisti alla France Insoumise (LFI) di Jean-Luc Melenchon.

Più di sessanta personalità dello sport francese hanno invitato sul sito L’Équipe a votare contro l’estrema destra. Tra questi, gli ex atleti Marie-José Pérec e Monique Ewanje-Epée, i marinai Isabelle Autissier e François Gabart, l’ex calciatore Vikash Dhorasoo o anche gli ex giocatori di rugby Serge Betsen e Fulgence Ouedraogo o l’ex tennista Yannick Noah. Invitando i francesi e “soprattutto le giovani generazioni” a votare alle elezioni legislative, il capitano della nazionale francese di calcio Mbappé ha detto di voler difendere “i valori della diversità, della tolleranza, del rispetto. Spero che saremo ancora orgogliosi di indossare questa maglia il 7 luglio”, ha aggiunto.

“I giovani che parlano ai giovani, ovviamente, svolgono il loro ruolo quando li invitano a compiere un dovere civico che è quello di votare. Molti giovani si ritrovano dietro Kylian Mbappe”, ha detto a RTL il primo ministro francese Attal, secondo il quale i programmi elettorali proposti dall’estrema destra e dall’estrema sinistra francesi sono “irrealizzabili”.

Secondo Gabriel Attal «la pensione a 60 anni sarebbe impossibile da finanziare». E ha respinto senza mezzi termini i programmi delle due parti, perché sarebbero una “catastrofe economica”.

“Sono i primi politici a tradire i propri elettori ancor prima di essere eletti. Vogliono eliminare tutto, è irrealizzabile”, ha detto ancora Attal. “Vogliamo un Paese che soffre la peggiore crisi economica del secolo? Questo accadrebbe con gli estremisti”.

“I nostri candidati sono candidati utili per impedire agli estremisti di salire al potere”, ha detto Attal. “Sono il primo ministro, sono io a condurre questa campagna – ha aggiunto – sono io che, con i nostri candidati, propone un’altra strada, una strada positiva per il futuro del Paese”.

“Ci sono tre scelte: l’alleanza guidata da LFI e quella guidata da RN, che sono agli estremi e sarebbero una catastrofe, e c’è un terzo blocco, quello che guidiamo noi”.

Il primo ministro Giorgia Meloni considera il Rassemblement National di Marine Le Pen una “opportunità” e una “sfida”, come riporta il quotidiano “Les Echos”, secondo il quale il primo ministro italiano “rimane cauto riguardo ad un riavvicinamento al Rassemblement National”. Per il primo ministro, la sconfitta di Emmanuel Macron alle ultime elezioni europee e le difficoltà che sta attraversando il cancelliere tedesco Olaf Scholz rappresentano un “margine di manovra inaspettato nei negoziati che si apriranno per designare la futura Commissione europea”, scrive ancora il quotidiano.

 
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