“Genuino e autonomo, centrodestra influenzato dai colonnelli”
Al ballottaggio di domenica prossima voterà Vittoria Ferdinandi, il candidato sindaco di Perugia, Massimo Monni, che al primo turno guidava la terza delle cinque formazioni in corsa, con l’1,4% dei voti.
Lo ha annunciato in conferenza stampa.
Monni ha spiegato che la sua lista civica, Perugia Merita (definita progetto popolare riformista), non è allineata con nessuno dei due candidati «poiché il gruppo è composto da rappresentanti con sensibilità diverse e quindi ogni candidato voterà secondo coscienza». Lui personalmente ha invece annunciato che voterà Ferdinandi.
“Credo – ha spiegato – che abbia entusiasmo, intelligenza e genuinità. Qualità che rispetto molto. Apprezzo anche quelli dell’altro candidato (Margherita Scoccia, centrodestra – ndr) ma in questo momento mi riconosco di più in Ferdinandi. Perché la democrazia conta e il cambiamento è democrazia. Se mi sono candidato è perché sono rimasto deluso da questi dieci anni di sindaco di Andrea Romizi (centrodestra – ndr). Credo che Vittoria Ferdinandi abbia la capacità e l’autonomia per governare questa città. Sono convinto che saprete tenere a bada i partiti e fare un programma basato sulle vostre idee. D’altra parte penso che il candidato sindaco sia molto condizionato dai colonnelli dei partiti e questo non mi piace”.
Riguardo alle accuse di estremismo rivolte a Ferdinandi, Monni ha ribadito le sue
“è una cultura riformista-socialista” e Perugia merita “andrà avanti”. “Sarà – ha spiegato – per chi vorrà credere in un progetto riformista e popolare che si confronti con le forze democratiche”. “Conosco bene Vittoria Ferdinandi – ha affermato – e la scelta ricade sulle sue capacità e qualità umane. Non è vero come viene rappresentato. È una persona intelligente e molto equilibrata”.
Monni, tra l’altro, ha parlato degli incontri avuti con i candidati.
“Quello di centrodestra – ha spiegato – mi ha offerto un ruolo importante all’interno del Consiglio mentre quello di centrosinistra mi ha spiegato che politicamente in quel momento non potevano offrirmi un ruolo”.
