il Gruppo consiliare PD chiede conto della mancata attuazione delle Linee guida ministeriali per l’aborto farmacologico – .

il Gruppo consiliare PD chiede conto della mancata attuazione delle Linee guida ministeriali per l’aborto farmacologico – .
il Gruppo consiliare PD chiede conto della mancata attuazione delle Linee guida ministeriali per l’aborto farmacologico – .

Mercoledì in Consiglio regionale si discuterà di due documenti presentati dal Gruppo consiliare del Pd e firmati per primi dall’assessora Manuela Bora. Una domanda per chiedere il motivo della mancata approvazione della risoluzione di recepimento delle linee guida nazionali sull’aborto farmacologico e una domanda per sapere se la Regione Marche intende aprire le porte degli ambulatori pubblici alle associazioni anti-aborto.

La Giunta Acquaroli, quattro anni dopo e con scarsissime motivazioni, evita accuratamente di recepire le linee guida nazionali sulla somministrazione della pillola RU486. Le IVG farmacologiche sono meno della metà rispetto alla media nazionale” – attacca Bora – “negli ospedali di Jesi, Fabriano, Civitanova, Villa Igea e Pesaro non è nemmeno disponibile la pillola abortiva. In un momento storico in cui non esiste l’emergenza IVG e le richieste anzi continuano statisticamente a diminuire, nelle Marche effettuare un aborto, sia esso farmacologico o chirurgico, sta diventando quasi impossibile. Lo scorso 23 aprile il Governo Meloni ha aperto le porte degli ambulatori pubblici alle associazioni anti-aborto. L’assessore dem commenta così: “Vogliamo sapere e far sapere se, alla gravissima situazione vissuta dal sistema sanitario regionale, le donne che decidono di interrompere una gravidanza dovranno sommare anche le pressioni e i giudizi morali di queste associazioni all’interno le cliniche pubbliche”.

La lotta alla natalità – conclude la consigliera dem – non si realizza comprimendo la libertà di scelta delle donne, ma piuttosto dispiegando in modo diffuso e strutturale risorse per sostenere le famiglie e facilitare la conciliazione vita-lavoro: asili nido, asili nido, servizi sociali e servizi educativi per garantire opportunità di inserimento lavorativo ai genitori, e in particolare alle madri, in termini di dignità e sicurezza”.

Lusia Cecarini, rappresentante regionale delle donne del Pd, sottolinea: “Oltre alla mancata attuazione delle linee guida sulla somministrazione della pillola RU486, si è verificato un progressivo smantellamento dei servizi offerti dagli ambulatori. Il personale in pensione non è stato sostituito e mancano macchinari e attrezzature adeguate. È necessario rifinanziare e rafforzare questo importante servizio per la tutela della salute delle donne. Gli ambulatori rappresentano uno spazio pubblico di prevenzione ed educazione, un vero e proprio sostegno sociale locale. Insieme al segretario regionale Chantal Bomprezzi, il Partito Democratico delle Marche sostiene le donne e le associazioni che oggi chiedono alla Giunta di Acquaroli di garantire un accesso all’interruzione volontaria di gravidanza sicuro e rispettoso della dignità della donna”.

 
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