Torino Pride 2024, i 150mila volti della lotta intersezionale: ecco com’è andata – GALLERY


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Il cielo non bastava Baragnuto – per usare un’espressione piemontese – per dissuadere gli altri 150.000 persone che sabato 15 giugno hanno sfilato per le strade di Torino in occasione della diciottesima edizione del Torino Pride.

UN Un fiume di colori e musica, scandito da 18 carri allegorici, ha preso il via intorno alle 17.00 da Corso Principe Eugenio, non lontano da Piazza Statuto, per invadere il centro storico e culminando in Piazza Vittorio Emanuele, dove si sono svolti diversi interventi istituzionali e associativi.

Ad aprire il corteo, lo staff del coordinamento del Torino Pride insieme all’attivista e direttore del Lovers Film Festival, Vladimir Luxuria, e al sindaco di Torino, Stefano Lo Russotenendo lo striscione del coordinamento con la scritta “Di amore e di lotta”. Il motto di quest’anno ben rappresentava l’unione che da sempre caratterizza i movimenti per i diritti civili al loro interno lotta intersezionale, resa ancora più significativa dal delicato contesto storico in cui si sta svolgendo la Pride Wavenon solo in Italia, ma anche su scala mondiale.

Non sembra un buon momento per noi – ha dichiarato Luca Minici, presidente del coordinamento Torino PrideNo, non sto parlando del meteo che quest’anno ci sorprende ogni giorno. Mi riferisco ai venti tempestosi che soffiano su mezza Europa, portando nuvole nere piene della destra più estremista pronta a lanciarci addosso.

Adesso i fascisti non si nascondono più, i discorsi d’odio vanno in onda in prima serata e quando esci di casa per manifestare non sai mai se un manganello ti spacca la testa. Fortuna che ci siamo noi che resistiamo e siamo ancora qui, a 50 anni e oltre da Stonewall, ancora costretti a marciare e sperare, con amore e con rabbia, con il fiato nel petto e il megafono in mano!

L’anno scorso ci hanno rotto i tacchi, quest’anno usiamo i tacchi per difenderci da chi vorrebbe cancellarci. Perché è proprio da un tallone lanciato alla testa della polizia che è nato il Pride, dalla resistenza all’oppressione della nostra comunità e da allora ne abbiamo fatta di strada nel mondo. Qui c’è ancora molto da fare, perché si sa, il nostro Paese vive nella nostalgia, adesso sono forti gli anni Venti, sì, ma del ‘900. Non ci adattiamo.”

L’evento ha visto la partecipazione di uno moltitudine di persone di ogni età e provenienza, uniti dal desiderio di celebrare l’orgoglio LGBTQIA+ e di rivendicare le vittorie del movimento, ma anche le lotte ancora da combattere. Tra i partecipanti, numerose associazioni e gruppi locali hanno sfilato con i loro carri, ognuno con un tema diversoma tutti uniti dalla voglia di restare visibili e resistenti.

Assenti soprattutto i Radicali Italiani, +Europa Torino, Italia Viva Torino, l’Associazione Marco Pannella di Torino, l’Associazione Italia Israele, il Gruppo Sionista Piemontese, in solidarietà alla protesta dell’associazione Keshet Italia contro la connotazione “filo-palestinese” dell’evento.

Orgoglio diviso dalla polarizzazione: le comunità ebraiche non partecipano ai cortei di Roma, Torino e Bergamo perché “c’è la caccia al carro di Israele”

L’arcobaleno ha dominato la scena, accompagnato da bandiere, striscioni e cartelli, molti dei quali caratterizzanti una satira spietata e irriverente nei confronti di vari esponenti dell’attuale governo. Al contrario, la musica, elemento centrale del corteo, ha creato un’atmosfera festosa e coinvolgente, capace di attrarre e unire persone di diversa provenienza e sensibilità.

IL momento degli interventi, avvenuti in piazza Vittorio Emanuele, hanno rappresentato le molteplici sfaccettature della lotta intersezionale. In apertura, Vladimir Luxuria, con l’annuncio della candidatura di Torino all’Europride 2027.

Mio Dio, quanto frocio c’è oggi! I seminaristi avevano tutti il ​​giorno libero?! […]

Di fronte ai governi che ci promettono cose e spesso non le mantengono, e ai governi che ci minacciano, rispondiamo allo stesso modo: esistiamo e continueremo ad esistere. Farsene una ragione. Lotteremo sempre per essere quello che siamo. […] Personalmente farò del mio meglio per portare l’European Pride qui a Torino, nella città dei diritti, nel 2027. Dobbiamo portare Pride, ancora orgoglio, in Europa! […]

Festeggiamo i 30 anni dal primo Pride Italiano. Mentre l’anno prossimo saranno 40 anni dalla nascita del Lovers Film Festival, quest’anno sarà più lungo: dal 10 al 17 aprile 2025“.

Accanto ai rappresentanti delle associazioni, diversi enti locali hanno ribadito il proprio impegno a sostegno della comunità LGBTQIA+ e lavorare per un’Italia più in linea con i valori costituzionali di inclusività e accoglienza.

Una grande festa dei dirittiha dichiarato il sindaco Stefano Lo Russo –. Torino è in prima linea su questo tema e bisogna continuare a riaffermare la centralità dei diritti, che non sono un privilegio ma una condizione che caratterizza l’essere cittadini europei. In Italia, purtroppo, non tutti questi diritti sono ancora garantiti e quindi siamo in piazza oggi come città per testimoniare non solo la nostra vicinanza, ma il fatto che, soprattutto in un momento politico come questo, è fondamentale continuare per mantenere il punto.

Anche per l’assessore ai Diritti, Jacopo Rosatelli“,”il ruolo di città progressiste come Torino è ancora più rilevante in un momento in cui il vento reazionario si sta alzando in altre zone d’Italia e d’Europa. Torino dimostra che è possibile sensibilizzare ai diritti in tutte le fasce sociali e in tutti i settori. La lotta alle discriminazioni e la promozione delle pari opportunità è un punto condiviso e qualificante“.

Particolare enfasi è stata data ai temi dell’intersezionalità e della lotta contro ogni forma di discriminazione. Diversi* relatori hanno sottolineato come la battaglia per i diritti LGBTQIA+ è strettamente legata a quella per i diritti di tutte le minoranze e delle persone più vulnerabili, sottolineando l’importanza di unire le forze per combattere l’ondata ultraconservatrice e riaffermare il diritto all’autodeterminazione delle identità non conformi. Anche tra loro Lara Vodani, presidente Arcigay Torino.

Senza vergogna, oggi e ogni altro giorno dell’anno, affermiamo di essere queer, trans, grassi, disabili, razzializzati, troia, poliamorosi, neurodivergenti, antifascisti e transfemministi. Perché se questo è il margine abbiamo scelto da che parte stare e, come dice un compagno torinese, ci vuole tanto amore quanto dolore per vivere sulla propria pelle e lottare per il ribaltamento della norma, ma troveranno sempre noi qui.

Al Torino Pride erano presenti anche genitori, bambini e anziani: l’evento ha saputo coinvolgere e sensibilizzare un pubblico ampio ed eterogeneo, portando avanti le richieste di quelle famiglie che – secondo l’attuale governo – non esistono.

Anche se non ci fermeremo mai, siamo stanchi di lottare e di dover ribadire sempre che un diritto è di tutti, altrimenti è un privilegio“urlò dal palco Stefania di Famiglie Arcobaleno.Siamo stanchi di aspettare sentenze dei tribunali, parole di ministri ed esponenti vari e visite a domicilio di psicologi e assistenti sociali che vogliono ancora entrare nelle nostre case e nelle nostre vite per dirci SE siamo una famiglia e COME fondare una famiglia.

Soprattutto da parte di chi si vanta di promuoverlo e sostenerlo. Non vorremmo più sentirci dire con ammirazione che siamo persone coraggiose nel combattere e vivere la nostra vita, ma vorremmo semplicemente vivere la nostra vita con le difficoltà che la vita già presenta senza che le istituzioni si intromettano.

Quanto tempo in più avremmo per le nostre figlie, i nostri figli e le nostre famiglie se non dovessimo riempire il nostro tempo libero con incontri e azioni per rivendicare il diritto a quel tempo insieme? La verità è che siamo tutti famiglie: varie, colorate, arcobaleno.

Lottiamo ogni giorno per promuovere il benessere di tutte le famiglie, anche di quelle che non si sentono coinvolte, anche di quelle che ci giudicano e perseguitano. Invitiamo quindi le istituzioni oggi presenti ad essere coraggiose, a poter dire loro con la nostra ammirazione che hanno fatto il minimo che ci si aspetta da chi amministra e governa la Città e lo Stato: essersi esposti veramente con i mezzi di competenza. e aver agito veramente – non solo parlando dal palco – per la nostra vita e per le nostre figlie”.

Il Torino Pride 2024 si conferma così importante come momento di festa e di riflessione, dando ampio spazio soprattutto a quello che ormai è diventato uno dei bersagli preferiti di questo governo: le persone trans. Tra gli interventi più carichi emotivamente, quello di Alessandra – donna trans che, insieme alla madre e alla sorella lesbica, è intervenuta per AGEDO.

Invito chi pensa che la nostra sia una scelta a fare un viaggio nelle nostre vite trans: stremate dalle lunghissime attese, per alcune sorelle e fratelli, un limbo di “non vita” così estenuante da non lasciare via di fuga . Ho capito in prima persona come i nostri corpi siano perennemente e morbosamente analizzati, quanto sia forte la pressione ad adattarsi ai canoni sociali cis-normativi per poter vivere una vita dignitosa.

Io ripudio il fatto che una donna trans sia socialmente accettata solo se considerata sessualmente attraente, perché quello che siamo parte dalla nostra anima e non dall’immagine che il nostro corpo riflette. Per me essere nata trans è stata una benedizione perché mi ha insegnato a vedere tutti per quello che sono e non per il loro contenitore di carne.

Siamo anime prima che corpi, siamo pensieri prima che parole, siamo fratelli e sorelle nati dalla stessa terra e illuminati dalla stessa luce e meritiamo di brillare a prescindere dal nostro aspetto!

Chiunque tu sia, in qualunque modo ti senti o ti identifichi o scelga di non farlo, ti riconosco, ti rispetto e oggi la tua, mia e nostra luce è così potente da abbagliare chi ci vuole invisibili!

Al termine dei discorsi, la performance di Michele Bravi, cantautore e attore vincitore della settima edizione di X Factor, scelto come ambasciatore del Torino Pride 2024.

Michele Bravi risponde a Papa Francesco: “Siamo cittadini che chiedono di essere rispettati” (VIDEO)

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