Uscendo di casa per una passeggiata e imbattendosi in un sacchetto di plastica trasparente contenente i resti di una povera pecora, uccisa e gettata su un marciapiede. Una borsa che non solo non nasconde alla vista il suo raccapricciante contenuto ma non lo contiene nemmeno il sangue, che gocciola in un rivolo fino alla strada.
Questo è quanto trovato ieri nel quartiere AuroraIn largo Cigna angolo via Saint Bon. Con ogni probabilità si tratta dei resti di uno dei tanti animali uccisi per la Festa del Sacrificio, giorno in cui i musulmani commemorano l’aneddoto del Corano in cui il profeta Abramo (Ibrahim) accetta di sacrificare suo figlio Ismaele (Ismail), in atto di riverenza verso Dio. L’atto di fede e l’obbedienza di Abramo furono sufficienti a convincere la divinità, e a risparmiare la vita del giovane Ismaele, il cui corpo fu sostituito, un attimo prima del sacrificio, con un ariete che fu immolato dallo stesso Abramo. Un gesto che si ripete nelle commemorazioni odierne, caratterizzate appunto da sacrificio di un animaleuna capra, una pecora, una mucca o un montone, la cui carne viene poi distribuita ai familiari, ai parenti, ai vicini, agli amici e ai poveri della comunità.
