La Genziana d’Oro alla carriera del Trento Film Festival va a Carlo Claus – .

“Come ha affermato Bruno Detassis, in una squadra non ci sono né primi né secondi, ma solo due compagni che condividono la stessa intensa passione per la montagna, creando un’unica entità. Ed è questo ciò che ha contraddistinto il team formato da Cesare Maestri e Carlo Claus, due grandi alpinisti trentini e mondiali che hanno dimostrato, con le loro salite storiche, come l’amicizia e il rispetto reciproco siano la vera corda che unisce, per raggiungere le vette delle nostre sogni, anche quelli apparentemente impossibili”.

Con queste parole Mauro Leveghi ha consegnato a Carlo Claus la Genziana alla carriera, nel corso della serata a lui dedicata e organizzata ieri dalla SAT di Cles negli spazi dell’Auditorium del Polo Scolastico. Erano presenti anche Guido Casarotto del Club Alpino Accademico Italiano, di cui Claus è socio dal 1958, Sergio Martini, Elio Orlandi e Rolando Larcher.

Nato a Lavis nel 1926, ma trasferitosi presto a Cles, in Val di Non, Carlo Claus ha realizzato importanti ascensioni tra le Dolomiti, la Patagonia e l’Himalaya, al fianco di mostri sacri come i già citati Cesare Maestri e Marino Stenico. Grande interprete dell’era artificiale, ha aperto vie storiche con Maestri, tra le quali ricordiamo quella sulla parete Sud-Est del Castelletto dei Massodi nel 1962, quella sulla parete Nord del Campanil Basso nel 1965 e quella alla Cima della Farfalla nel 1967, tutto tra le amate montagne di casa: il Gruppo del Brenta.

Nel 1970 fu invece protagonista, insieme a Ezio Alimonta, Pietro Vidi, Daniele Angeli e Claudio Baldessari, della scalata del Cerro Torre lungo la parete Sud-Est, con la quale Cesare Maestri aprì la famosa via del Compressore. Nell’ultima parte della sua carriera, Claus ha partecipato anche a spedizioni sull’Annapurna, sul Makalu e sul Nanga Parbat.

“Una vita alpinistica straordinaria, quella di Carlo Claus – conclude il presidente Mauro Leveghi – che il Trento Film Festival onora con questo premio alla carriera, che, insieme a quello assegnato a Cesare Maestri nel 2019, vuole esprimere gratitudine per aver fatto sì che le scalate compiute da due persone che amavano la montagna diventassero patrimonio di tutti” .

 
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