MARCIANISE – Mons. Lagnese festeggia padre Ludovico da Casoria delle suore Bigie – .

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MARCIANISEProprio oggi, esattamente 192 anni fa, 17 giugno 1832, San Ludovico da Casoria indossava l’abito serafico, quello dei frati francescani. Il giovane entrò a far parte del convento di S. Giovanni in Palco a Taurano (Avellino) risalente al XIII secolo. La struttura conventuale ha ospitato nel tempo numerosi noviziati. San Ludovico è stato un religioso italiano dell’Ordine dei Frati Minori Scalzi, fondatore dei Frati della Carità, detti “Bigi” – chiamati così per il colore grigio del loro saio – e delle Suore Bigie nel 1962, che continuano ancora oggi la loro opera . carisma.

E per ricordare la figura del santo casoriano, nei suoi primi passi da religioso e nella sua vocazione, questa mattina, da parte delle grigie suore elisabettiane, guidate dall’instancabile e amorevole suor Rosily, in via Paolo de Maio a Marcianise, solenne celebrazione eucaristica commemorazione. La celebrazione nella cappella del Convento, alla presenza delle monache Forania, è stata presieduta da monsignor Pietro Lagnese, arcivescovo di Capua e Caserta con la partecipazione di numerosi sacerdoti e frati francescani (nella foto). È seguito un momento di agape fraterna tra i presenti.

San Ludovico, è stato ricordato, è stato beatificato nel 1993 da Giovanni Paolo II e poi canonizzato nel 2014 da papa Francesco. L’amore donato da Cristo – come ha detto mons. Lagnese durante la sua omelia, facendo riferimenti e parallelismi con la vita spirituale di san Ludovico da Casoria – ha una forza e un’attrattiva che lo rendono contagioso. Più che parole, è testimonianza che affascina, trasforma il cuore e diventa vita, non solo per i singoli, ma per il mondo intero.

La storia del Santo. S. Ludovico, la cui ricorrenza cade il 30 marzo, nacque a Casoria (Napoli) l’11 marzo 1814. Il giorno successivo fu battezzato nella Parrocchia di S. Mauro con il nome di Arcangelo. Dopo un breve periodo trascorso ad apprendere il mestiere di falegname, frequentando il vicino convento dei Frati Minori di S. Antonio ad Afragola (Napoli), fu attratto a seguire l’ideale di S. Francesco d’Assisi. Ordinato sacerdote il 4 giugno 1837, si dedicò principalmente allo studio e all’insegnamento della chimica, della matematica e della fisica.

La sua opera si basava sull’amore per gli altri, nel donare con spirito di carità. Molte delle sue opere. Tra questi ricordiamo l’incontro con il sacerdote genovese Giovan Battista Olivieri, nel 1854, che ispirò la sua opera mirata al riscatto e all’educazione cristiana dei bambini africani venduti come schiavi. Accolse i primi due nello stesso anno, dando così inizio all’“Opera Moretti” che, nei progetti di evangelizzazione missionaria di padre Ludovico, doveva servire ad educare i giovani africani per farli apostoli dell’Africa. Il progetto, espresso nel motto «L’Africa convertirà l’Africa», ebbe l’approvazione del Ministro generale dell’Ordine, Venanzio da Celano, e del Definitorio generale il 16 marzo 1858. Insomma, il convento de “la Palma”, la prima sede dell’Opera dei Moretti, divenne insufficiente. Venuto a conoscenza di ciò, il re di Napoli, Francesco II, donò a p. Ludovico un intero edificio situato nel “Tondo di Capodimonte”, e che era stato costruito a scopo caritativo da sua madre, la Beata Regina Maria Cristina di Savoia.

Circondato da una vasta fama di santità e universalmente rimpianto, p. Ludovico concluse la sua missione terrena a Napoli, presso l’Ospizio Marino di Posillipo, l’ultima opera nata dal suo cuore, a favore dei vecchi marinai, il 30 marzo 1885, lunedì santo.

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