Olbia, i fratelli Mario e Paolo Altana assolti dall’accusa di diffamazione La Nuova Sardegna – .

Olbia Assolto dalle accuse di calunnia “perché il fatto non costituisce reato” e di diffamazione via Facebook “perché il fatto non sussiste” Mario Altana, direttore amministrativo dell’ASL di Sassari, e il fratello Paolo. Anche l’avvocato è stato assolto “perché il fatto non sussiste”. Antonio Pala, accusato di illecita interferenza con la vita privata. La sentenza è stata pronunciata oggi, 17 giugno, dal giudice del tribunale di Tempio Silvia Campesi. Al centro della vicenda giudiziaria quella che vedeva come parte offesa Marzio Altanafratello di Mario e Paolo, i due cani di proprietà Marzio, un rhodesiano e un pitbull.

Con diversi esposti al comando della polizia locale di Olbia e all’Enpa, Paolo e Mario avevano denunciato maltrattamenti da parte del fratello nei confronti dei due animali custoditi nel giardino di casa sua, sostenendo che erano denutriti e tenuti in condizioni precarie. Le sue accuse, però, che a seguito dei controlli della polizia locale e delle associazioni ecozoofile, si sono rivelate false. La Procura di Tempio aveva quindi proceduto d’ufficio per calunnia nei confronti dei due e anche per diffamazione tramite Facebook. Alla fine la Procura ha impugnato l’avvocato Antonio Pala di aver scattato le foto ai cani mentre erano nel giardino della casa di Marzio Altana, quindi, in un luogo di residenza privata, senza la sua autorizzazione. Il pubblico ministero aveva chiesto tre condanne. Oggi lo ha detto il giudice, condividendo le argomentazioni dei difensori degli imputati avvocati Massimo Ledda per i fratelli Altana e Angelo CodaPer Pala li ha assolti da ogni accusa e ha condannato la parte civile al pagamento delle spese legali. «Finalmente, dopo anni di difficoltà giudiziarie – dice l’avvocato Massimo Ledda – il giudice ha emesso un’ampia sentenza di assoluzione che conferma le argomentazioni da noi sostenute in sede istruttoria e nelle conclusioni. Furono ascoltati molti testimoni e prodotti molti documenti e, in particolare, le fotografie a colori dei cani che, secondo quanto sostenevamo, rappresentavano cani in condizioni disagevoli, foto che Paolo Altana trasferì all’autorità giudiziaria senza alcun intento diffamatorio” . (ts)

 
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