Dopo l’autorizzazione unica rilasciata dalle Zes, possono finalmente iniziare i lavori per la realizzazione della prima Hydrogen Valley. Lamezia Terme sarà la grande protagonista di questo importantissimo progetto, che vedrà la luce grazie alla collaborazione di due fiorenti aziende locali: Teca Gas e Techfem SpA. Sarà proprio la città di Piana ad ospitare il primo dei 28 siti individuati dal Governo per ottenere i finanziamenti del Pnrr per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno nel Mezzogiorno.
L’Hydrogen Valley Lamezia Terme sorgerà nell’area dismessa dell’ex Sir, palcoscenico di un sogno industriale mai decollato, che grazie a questo progetto potrà invece riscattarsi e rappresentare una fonte di sviluppo per il intero territorio.
Proposto da Teca Gas, è stato progettato e ingegnerizzato da Techfem, azienda all’avanguardia con forti esperienze e collaborazioni internazionali. Nato nelle Marche ma operativo anche in Calabria da più di 15 anni, grazie alla sinergia con le università calabresi ha permesso a tanti giovani di formarsi e trovare lavoro nella propria regione anziché essere costretti a cercare fortuna al Nord o all’estero . Ed è proprio nel piano industriale 2024-2026 che Nella sede di Lamezia è previsto un incremento occupazionale di circa 50 persone in più.
L’avvocato ha espresso grande entusiasmo per il progetto che sta per iniziare. Paolo Mascaro, sindaco di Lamezia Terme: «Esprimo profonda soddisfazione per il rilascio dell’autorizzazione da parte della struttura ZES per la realizzazione della prima Hydrogen Valley in Calabria – ha detto – ciò consentirà l’imminente avvio dei lavori per una rete completamente elettrica stabilimento all’avanguardia dedicato alla produzione di quello che promette di essere il carburante di domani: energia pulita e sostenibile. La mia soddisfazione è amplificata dal fatto che l’impianto sorgerà a Lamezia Terme, in zona industriale, e sarà realizzato da un’azienda lametina dinamica e innovativa come Teca Gas, in collaborazione con un’altra eccellenza della nostra città, Techfem, che ne ha supervisionato la progettazione. Ulteriori finanziamenti del PNRR verranno investiti nella nostra città, rendendola così protagonista anche nella transizione ecologica”.
L’impianto di Lamezia produrrà idrogeno (2MW), disporrà di aree di stoccaggio e compressione (fino a 220 barg), sarà alimentato da un parco fotovoltaico da 461 kW e avrà a disposizione anche una baia di carico per il riempimento dei rimorchi portabombole per il trasporto dell’idrogeno. Teca Gas, che già si occupa di imbottigliamento di GPL, amplierà il proprio raggio d’azione. L’obiettivo ambizioso del progetto è promuovere la produzione locale e l’utilizzo dell’idrogeno nell’industria e nei trasporti, dando vita al modello Hydrogen Valley già sviluppato in alcuni paesi dell’Unione Europea.
«Questa iniziativa – spiega l’ingegnere. Federico Ferrini, CEO di Techfem – rappresenta un passo significativo verso la transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile della regione. Penso che sia un traguardo importante che pone la Calabria all’avanguardia nello sviluppo delle energie rinnovabili e nella promozione di soluzioni energetiche sostenibili e innovative”.
Gli fa eco l’ingegnere Pasquale Rocca di Teca Gas: «Questo progetto segna senza dubbio una fase importante per il nostro territorio e non possiamo che essere estremamente orgogliosi di prendere parte a questa piccola ma grande rivoluzione».
L’impianto sarà messo in esercizio entro il 30 giugno 2026. Il progetto è finanziato nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, Componente 2 “Energie rinnovabili, idrogeno, rete e mobilità sostenibile” , investimento 3.1 “Produzioni in aree industriali dismesse”. Questo investimento è sostenuto dall’Unione Europea – NEXT Generation EU, sulla base delle risorse di cui al decreto dirigenziale della Regione Calabria n.73 del 01/05/2023.
Nonostante il successo iniziale di Teca e Techfem, la transizione verso l’economia dell’idrogeno è complessa. In Italia le imprese incontrano difficoltà nell’ottenere le autorizzazioni per costruire impianti e stazioni di rifornimento a causa di un quadro normativo incerto. Questa incertezza normativa, sia a livello nazionale che locale, rallenta i tempi e aumenta il rischio di ritardi nei progetti, compromettendo i tempi previsti dal PNRR.
