Barcaiuolo, si vince sempre così! – Il punto – .

Barcaiuolo, si vince sempre così! – Il punto – .
Barcaiuolo, si vince sempre così! – Il punto – .

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Si è parlato molto in questi giorni dei risultati elettorali, apparentemente deludenti, del centrodestra in provincia. E qualcuno è andato oltre: attribuendo la colpa al senatore Michele Barcaiuolo, in quanto leader della coalizione. La colpa di aver perso male quasi ovunque, con distacchi abissali. Soprattutto nei principali comuni, primi fra tutti Modena e Carpi, dove furono nominati i suoi stretti collaboratori e familiari diretti. Ma anche Maranello, Formigine, Fiorano, Castelfranco, Sassuolo, fino a comuni come Medolla, San Poxidnio, Concordia, ovunque con rare eccezioni. Anche dove il centrodestra ha la maggioranza alle europee ma perde molto alle comunali. Ma questa lettura dei dati è troppo approssimativa, perché deriva dalla classica crisi post-elettorale e dalla volontà degli alleati di scaricare la colpa sul leader di turno.

Perché il Barcaiuolo, da grande leader, ha vinto.

I 30 punti di distacco non contano e si trasferisce a Modena; il distacco di 25 punti e passa al Carpi; il divario di 30 punti nei piccoli comuni, nonostante la sostanziale parità o il vantaggio del centrodestra, segno che tutti i candidati avevano torto. No, non conta, ha ragione il Barcaiuolo. Quello di Modena è un risultato storico. Come quello di Carpi, come ha giustamente dichiarato la moglie Annalisa Arletti in un recente comunicato. Perché la politica è molto più che vincere o perdere. Ci vuole pazienza, visione, lungimiranza. È come piantare grandi semi, annaffiarli e aspettare e sperare che arrivi il sole. E che dai semi si produca una nuova classe politica di qualità, capace di ribaltare ogni previsione nei decenni a venire.

Perché il chicco di grano caduto che muore non è solo, e porta frutto, nel rapporto di dieci a uno o anche di più.

E poi vogliamo parlare degli alleati? Delle loro liste, sicuramente non competitive come quelle del Barcaiuolo? Vogliamo parlare delle loro preferenze, non certo come quelle di Fratelli d’Italia? Fortunatamente gli alleati furono schiacciati in numero e rappresentanti eletti. E che queste elezioni producano liste di opposizione con maggiore credibilità rispetto a quelle di cinque anni fa, tanto da poter finalmente formare gruppi consiliari di qualità. Non come la Lega di Prampolini e Boccaletti del 2019, per intenderci.

Poi in tutto questo c’è il silenzio del Pd. Il Barcaiuolo è riuscito a mettere a tacere il Pd. Nessuno che dica niente, nessuno che gridi vittoria, nessuno che dica che il leader di FdI ha sbagliato, non diciamo tutto, ma solo qualcosa. Anzi: sembra quasi che i vertici del grande partito, guidato da Roberto Solomita, chiedano al leader della destra di continuare così. E non solo: esportare laddove possibile questi ottimi risultati, lui che è presidente regionale di FdI, non solo modenese. A partire dalle prossime elezioni regionali, in cui il Barcaiuolo, visti gli ottimi risultati, sarà senza dubbio il massimo collaboratore, lo stratega di Galeazzo Bignami, vero leader della destra storica e anima di FdI in regione.
Come umili discendenti di contadini, però, ci permettiamo un’osservazione al Barcaiuolo: se pianti i semi a giugno, anche se sono ottimi, e spuntano le piantine, allora il sole troppo alto le brucia. Forse è proprio questo lo scopo politico, certo: perché le piante troppo alte potrebbero creare troppa ombra.
Magath

 
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