Piazza San Carlo, la Corte di Cassazione: la sentenza per Appendino è irrevocabile ma la sentenza verrà rideterminata. L’ex sindaco: “Amarezza” – .

Piazza San Carlo, la Corte di Cassazione: la sentenza per Appendino è irrevocabile ma la sentenza verrà rideterminata. L’ex sindaco: “Amarezza” – .
Piazza San Carlo, la Corte di Cassazione: la sentenza per Appendino è irrevocabile ma la sentenza verrà rideterminata. L’ex sindaco: “Amarezza” – .

La Corte di Cassazione scolpisce nel granito la responsabilità di Chiara Appendino per gli eventi in Piazza San Carlo. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza con cui l’allora sindaco di Torino era stato condannato in appello a diciotto mesi di reclusione, ma solo per ricalcolare (al ribasso) l’importo della pena. La colpa non è più in dubbio. Stesso discorso per l’ex capo di gabinetto Paolo Giordana. Tornerà anche davanti alla Corte d’Assise d’Appello Maurizio Montagnese, allora presidente di Turismo Torino a cui è stata affidata l’organizzazione dell’evento. I giudici, però, assolto definitivamente con la formula “per non aver commesso il reato” Alberto Bonzano, dirigente della Questura all’epoca dei fatti. L’ex commissario di polizia Angelo Sanna era già stato assolto al processo d’appello.

(Lapresse)

“Ancora oggi, a più di sette anni di distanza, porto con me il dolore e l’angoscia di quella notte maledetta”. Appendino, oggi deputato M5S, si sfoga con un lungo post su Facebook. E ricostruisce la sera del 3 giugno 2017, quando, nell’elegante salotto di Torino, davanti al maxischermo che trasmetteva la finale di Champions League tra Real Madrid e Juventus, era il caos. «Quattro rapinatori armati di spray al peperoncino hanno scatenato il panico in piazza. Un atto scellerato, per il quale stanno scontando una pena di dieci anni per omicidio colposo”. Ecco, secondo l’avvocato Luigi Chiappero che assiste l’ex sindaco insieme al professor Franco Coppi, «l’unica causa del panico. Un panico, come spiegato nei resoconti, inaspettato, imprevedibile e inevitabile”.

E Appendino, su Facebook, continua. «Non posso nascondere un senso di amarezza. Con l’iter giudiziario sostanzialmente concluso, credo di poter dire quello che penso, soprattutto per quanto riguarda la distribuzione delle responsabilità tra le istituzioni”. È ancora. «Da questo processo, infatti, emerge che l’unico ente ritenuto responsabile di quegli episodi è il Comune, mentre tutti gli altri soggetti istituzionali coinvolti a vario titolo nell’organizzazione e gestione della pubblica sicurezza, ovvero Questura e Prefettura, sono stati licenziati o assolti a vari gradi di giudizio”. Uno “squilibrio”, dice, “che fatico a comprendere”.

 
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