Io tifo prima per l’Italia che per Ital-Inter. E il Milan non ha nessun giocatore convocato – .

Io tifo prima per l’Italia che per Ital-Inter. E il Milan non ha nessun giocatore convocato – .
Io tifo prima per l’Italia che per Ital-Inter. E il Milan non ha nessun giocatore convocato – .

Sono sempre stato orgoglioso di essere italiano, orgoglioso del mio Paese, nonostante spesso non manchino i motivi per arrabbiarsi con chi lo rappresenta, a volte in modo molto indegno. Ma nel mio animo rimango un Patriota, parola che oggi non è più di moda, anche perché spesso viene strumentalmente associata a immense sciocchezze politiche. Non mi vergogno di dirlo e di scriverlo: sento molto il concetto di Patria, ovviamente anche quando gioco a calcio. Parla la mia storia personale, che mi ha visto decidere di rendermi utile al mio Paese come Ufficiale riservista dell’Esercito per almeno un decennio, fino a quando la mia età me lo ha permesso, dopo il Servizio Militare, che ai miei tempi era obbligatorio. Ci tengo a precisarlo in un’epoca in cui c’è anche chi, anche per ignoranza, borbotta di non amare il proprio Paese, sperando che l’Italia non vinca a Euro 2024. Credo che in alcuni (sub )casi umani, Madre Natura ha già fatto quello che doveva fare, magari relegandoli al ruolo di mantenuti in casa di mamma e papà ben oltre i 40 anni.

Invece, quando gli Azzurri scendono in campo per un Europeo o un Mondiale, tifo smodatamente per loro e in un attimo dimentico l’Italia dei Comuni, cioè delle società di calcio, sulle quali ci confrontiamo con colpi di presa in giro ogni stagione. Avendo girato tanto il mondo e continuando a girarlo, un po’ per lavoro e molto per passione, mi ritrovo orgoglioso ogni volta che incontro un italiano che ha fatto carriera all’estero: è stimato e rispettato, negli Stati Uniti come in Australia, in Europa così come in Sud America o in Africa.

Per me quando inizia l’inno di Mameli c’è solo l’Italia e gioisco allo stesso modo se segna una tra Juve, Roma o Atalanta. Con questo non nego che mi sono sentito orgoglioso anche da tifoso interista quando ho riletto il tabellone di Italia-Albania 2-1, la nostra partita d’esordio vinta con qualche crepacuore alla fine, perché, nel bene e nel male, quelli dell’Inter la squadra dell’Inter ha fatto tutto: dalla rimessa suicida di Dimarco, che ha regalato agli avversari dell’Aquila bicipite il gol più veloce subito dalla nostra Nazionale nella sua storia ultracentenaria, al pareggio di Bastoni, fino al gol vittoria di Barella, senza contando il palo e le occasioni di Frattesi.

Manca Acerbi per infortunio ma con Bastoni, Dimarco, Darmian, Frattesi e Barella c’è il blocco dell’Inter nella Nazionale di Spalletti a Euro 2024, che difficilmente potrà ripetere il già sorprendente trionfo di quattro anni fa firmato da Roberto Mancini con un selezione comunque sulla mappa più completa di quella attuale.

Quindi non dimentico di essere interista ma, al di là del piacere di vedere tanti giocatori nerazzurri in campo, ribadisco ancora una volta che tifo Italia, ben prima che Ital-Inter. A USA ’94, ad esempio, ricordo la delusione della finale persa ai rigori dall’Italia di Arrigo Sacchi contro un Brasile non irresistibile: lì dominava il blocco milanista con Albertini, Donadoni, Massaro, Maldini, Baresi e Costacurta e io li sostenevo Tutto . E prima ancora, Spagna ’82, il Mondiale vinto da Bearzot, dove c’era una Nazionale leggendaria costruita attorno al blocco Juve con Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli e Rossi, tutti titolari inamovibili.

Insomma, se c’è un blocco nerazzurro nell’attuale Nazionale è perché all’interno del club è stato fatto un grande lavoro, dopo aver scelto, in netta controtendenza rispetto alla tendenza del nostro calcio, di puntare su qualche italiano in più, cosa che altri non lo hanno fatto, tanto che il Milan, in questo momento, sorprendentemente non ha nemmeno un giocatore convocato nella nostra Nazionale.

In ogni caso, per questa volta, ben prima di viva l’Inter, viva l’Italia.

 
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