“Vi racconto il BCT Festival di Benevento” – .

“Siamo nella fase del delirio, è arrivato il momento di mettere a terra il lavoro di un intero anno”. È con entusiasmo e non senza emozione che Antonio Frascadore, direttore artistico della BCT di Benevento, ci parla dell’edizione che sta per iniziare. La città campana, infatti, dal 25 al 30 giugno sarà invasa da appassionati, curiosi e addetti ai lavori, riuniti per parlare di cinema e televisione. Attesi tanti ospiti, da Belen Rodriguez a Kasia Smutniak, da Paolo Bonolis a Pedro Alonso de La casa di carta. «Siamo come il telecomando di casa, che permette a tutti di scegliere», spiega. – video

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Manca una settimana all’inizio del BCT, come va? «È un momento di grande tensione, ma credo che, come nelle sette edizioni precedenti, siamo riusciti a costruire un programma degno di nota. Nello stesso giorno ci sono ospiti molto diversi, con target diversi. E penso che sia proprio questo il bello di un evento come il nostro”.

Come è cambiato il festival in questi otto anni? «Quando abbiamo iniziato cinema e televisione non si parlavano allo stesso modo. Includere ospiti molto diversi potrebbe far sollevare le sopracciglia. Oggi la situazione è cambiata: il cinema ha bisogno della televisione e viceversa. E poi siamo cresciuti in termini di partecipazione: per gli ospiti stessi è diventato un piacere venire (e tornare) a Benevento”.

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Qual è la forza di un evento come il vostro? «Spaziamo ampiamente dalla tv generalista, al cinema, ai serial. In questi mesi abbiamo ricevuto tanti messaggi che ci chiedevano di invitare uno dei protagonisti della fiction Terra amara e abbiamo soddisfatto le richieste con l’evento che faremo insieme a Furkan Palali. Uniamo l’autorialità con il pop.”

Che risposta avete dalla zona? «La risposta è pazzesca, la città diventa un cinema all’aperto dove gli eventi fanno quasi sempre il tutto esaurito. Migliaia di persone arrivano da altre regioni italiane e, a volte, anche dall’estero”.

Una cosa che hai imparato in questi anni di festival? «Ho lavorato per molti anni a Roma su diverse testate, come giornalista e autrice. Otto anni fa mia moglie scoprì di essere incinta e decidemmo di tornare a Benevento. Il festival è nato da lì, dalla voglia di portare in provincia quello che avevo lasciato in città. Se c’è una cosa che ho imparato è la calma e la capacità di distaccarmi dal giudizio degli altri. All’inizio sono rimasto deluso se ho letto alcuni commenti negativi. Oggi continuo per la mia strada”.

Giulia Perona