Corigliano-Rossano. Baker Hughes, “una storia che diventa una seria questione politica” – .

CORIGLIANO ROSSANO. In Italia non esistono impianti industriali ubicati sulle banchine di un porto e la stessa Baker&Hughes non ne possiede sulle o in prossimità delle banchine.

Adesso potete dire quello che volete su chi concederà i permessi necessari ma saranno tutti in violazione della legge e del Piano Regolatore del Porto.

Ed è inutile che Agostinelli, in qualità di Autorità Portuale (vicina al pensionamento), dopo non aver mai realmente tutelato il porto né operato per il potenziamento della struttura portuale di Schiavonea, affermi che una commissione “governativa e politica”, ma che ha rilevanza e il legame con il territorio, ha dato parere favorevole se non vuole poi aprire un confronto con l’amministrazione comunale di Corigliano-Rossano e con i comuni della Sibaritide.

Il territorio si schiera contro un progetto debole dal punto di vista imprenditoriale perché il Piano Industriale non è chiaro. E allora le domande senza risposta sono tante: quante assunzioni? Quanti prelevati dal territorio? Quanto durerà il ciclo produttivo dell’impianto? Cosa accadrà alla transazione se chiuderà? Perché non accettare un sito vicino al porto, nella zona industriale retrostante? Cosa verrà prodotto e secondo quale progetto? Qual è l’impatto ambientale dell’impianto e chi lo ha valutato?

E allora diciamo che, a fronte di sole 200 – ma tutte ipotetiche – assunzioni per la realizzazione del sito e che non necessariamente vengono realizzate sul territorio vista la particolarità dell’impianto, migliaia di posti di lavoro reali nei settori del turismo , pesca e agricoltura.

E diciamo anche che non sappiamo quanti posti effettivi ci saranno né, soprattutto, quanti verranno sottratti al territorio tenendo conto della mobilità interna da Massa.

Cosa ci guadagna allora il territorio? Come pensate di creare le attività connesse se la scelta stessa di collocarvi sulla banchina impedisce o limita la fruizione delle infrastrutture più importanti della Sibaritide?

E cosa sappiamo della reale natura dell’investimento? Verranno ma quanto resteranno? E non sappiamo nemmeno se, una volta terminata la produzione/assemblaggio delle turbine eoliche (questa è l’ipotesi più probabile), cosa accadrà al sito? C’è la volontà di lasciarlo continuare a vivere? L’esempio di questi insediamenti non fa ben sperare per il futuro. Crotone, con la sua archeologia industriale, è lì a testimoniare ciò che l’industrializzazione forzata del Sud non può essere. Soprattutto se in gioco ci sono i finanziamenti statali.

E poi c’è la proposta dell’amministrazione Stasi sull’assegnazione dell’area nell’area retrostante il Porto. E’ all’interno della ZES, è vicino al Porto e ci sono tutte le condizioni per creare un percorso verso le banchine. Perchè Baker&Hughes rifiuta? Rifiuta perché vuole ottimizzare i ricavi riducendo allo stesso tempo i costi. Il trasporto delle pale dal luogo di assemblaggio alla banchina ha un costo e anche la preparazione della strada ha un costo. E Baker&Hughes vuole che sia la città e tutta la Sibaritide a pagare questo costo.

Ed è questa la vera questione politica sul tavolo: chi si alza per far esprimere tutto alla città e al territorio su questo tema? Chi tutela il diritto alla salute di un cittadino che già oggi, in termini di incidenza dei tumori, ha valori fuori scala? Chi garantisce che non si perdano posti di lavoro negli altri settori produttivi? E chi ci spiega perché, eventualmente, un territorio che già ha una produzione energetica sovrabbondante dovrebbe dotarsi anche di un parco eolico in mare?

Il centrodestra si è espresso e ha già dato il consenso. Anche i sindacati (ma a Massa si agitano contro lo storno, definendolo «un modo per intercettare i soldi del Pnrr).

Al momento resta l’amministrazione comunale di Corigliano-Rossano a cercare di difendere il diritto della città a non essere soggetto passivo. Sarebbe importante che la questione venisse discussa subito in un tavolo politico che coinvolgesse tutti i sindaci dell’area ionica cosentina e crotonese, le istituzioni provinciali e regionali, i deputati e senatori eletti nel territorio e che assumerebbero ufficialmente la responsabilità di prendere posizione.

Alberto Laise – Assemblea nazionale del PD
Giuseppe Campana – Coordinatore esecutivo regionale di Green Europe – Verdi
Angelo Broccolo – Assemblea Nazionale della Sinistra Italiana
comunicato stampa

 
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