«Il position paper sui 5M del giornalismo a Trieste» – Chiesa di Milano – .

«Il position paper sui 5M del giornalismo a Trieste» – Chiesa di Milano – .
«Il position paper sui 5M del giornalismo a Trieste» – Chiesa di Milano – .

In vista della 50ma Settimana Sociale Cattolica in Italia, il Sir ha intervistato Vincenzo Varagona, presidente nazionale dell’Unione stampa cattolica italiana (Ucsi). L’intervista, oltre a descrivere la presenza dell’Ucsi a Trieste, è stata l’occasione per parlare anche del futuro del giornalismo, tra AI ed etica.

Presidente, si apre a Trieste la 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia. Un appuntamento, come sempre, di notevole importanza per la Chiesa e per le associazioni impegnate in campo culturale. Innanzitutto in che termini sarà presente l’UCSI alle cinque giornate?
Abbiamo una nostra delegazione, ma soprattutto ci presentiamo, per la prima volta, con un evento specifico, che si propone anche come momento formativo, con crediti riconosciuti dall’Ordine dei giornalisti. L’evento si inserisce in un percorso in cui, oltre all’ODG, abbiamo coinvolto la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), quindi istituzioni di categoria, ma anche movimenti in crescita, come Constructive Network, Slow News, Mezzopieno. Un percorso verso un nuovo stile professionale. Il nostro contributo è sintetizzato in un position paper che abbiamo consegnato in anteprima al presidente della CEI, cardinale Matteo Zuppi, e che presenteremo ufficialmente a Trieste.

Oltre alle 5W, lei ha un’ulteriore proposta per veicolare le 5M (“Di più”), per promuovere un giornalismo responsabile: tra diritto all’informazione e rispetto dell’opinione pubblica, come si può concretamente attuare questo position paper?
Questo lavoro è partito da molto tempo, proprio dalla Scuola Ucsi di Assisi: è stato curato da un gruppo di giovani colleghi che non si arrendono di fronte alla crisi di fiducia e credibilità che stiamo attraversando. Papa Francesco ci chiede di più e questa è la nostra prima risposta. La interpretiamo come una sfida per tutta la categoria, ma anche per l’opinione pubblica, sul cui aiuto contiamo molto.

E sono proprio le parole del Pontefice, pronunciate al recentissimo G7 di Puglia, a non essere passate inosservate: «Scienza e tecnologia sono prodotti straordinari del potenziale creativo di noi esseri umani». Come operatori della comunicazione, quali sono le vie da seguire per un giornalismo che sappia confrontarsi in modo costruttivo con le potenzialità dell’AI senza subirne il contraccolpo etico?
La radio era data per morta. I libri venivano dati per morti. Questi media non solo continuano ad esistere, ma per certi versi vivono una nuova ‘giovinezza’, perché hanno saputo ritagliarsi un ruolo originale, rispetto alla melassa dominante. Ecco che l’uomo, la donna, rispetto all’Intelligenza Artificiale, sono chiamati a evitare alcuni rischi importanti: la paura, primo fra tutti. Sappiamo che le scelte più pericolose vengono prese proprio sull’onda della paura, ad esempio, che il nostro lavoro venga soppiantato da una macchina. Ci sono però stili, ambiti di comportamento, dove l’AI non potrà mai arrivare. Certo, occorre affrontare molto rapidamente il problema del governo umano degli algoritmi, come definito da padre Paolo Benanti. La posta in gioco è molto alta, ma i livelli decisionali internazionali devono farcela.

Stiamo parlando della Scuola Nazionale Ucsi di Assisi, un evento formativo che raccoglie, anno dopo anno, sempre più consensi e partecipazione da parte di giovani motivati ​​a mettere a frutto i propri talenti comunicativi e mediatici nel contesto ecclesiale…
È uno dei momenti più alti della nostra vita associativa, intitolato a Giancarlo Zizola, con uno sguardo aperto sull’Europa e sui grandi temi dell’informazione internazionale. Non per niente il nostro riferimento, anche dopo la sua morte, è David Sassoli. La Scuola di Formazione è un’esperienza forte, con la partecipazione di giovani colleghi provenienti da tutte le regioni ed è la nostra scommessa sul futuro. In ogni edizione noto un entusiasmo crescente. La prossima si svolgerà dal 18 al 20 ottobre.

Guardando al futuro, quali iniziative sono previste per il Giubileo 2025?
È tutto connesso: Sinodo, Settimana Sociale, Giubileo. Lo vediamo, non a caso, come un’opportunità di cambiamento. Chi frequenta Roma in questi mesi sta assistendo, non senza disagio, a una rivoluzione logistica. Chiediamo ai colleghi che si preparano al Giubileo di vivere questa stagione come una straordinaria opportunità di cambiamento. Parteciperemo alle tre giornate che si stanno preparando con il Dicastero della Comunicazione, ma anche con la Conferenza Episcopale Italiana. Il cuore del Giubileo sarà l’incontro con il Santo Padre la mattina del 25 gennaio. Da tre anni come Ucsi celebriamo San Francesco di Sales, Patrono dei giornalisti, con un evento nazionale: vorremmo, in questa occasione, condividerlo insieme alle istituzioni di categoria e ai Movimenti con cui abbiamo iniziato un cammino. Abbiamo vissuto un momento bellissimo lo scorso 12 giugno, con una contaminazione molto energica tra giornalismo costruttivo e mondo del counseling. Siamo in un work in progress, in cui il Giubileo può essere un’occasione unica di innovazione e rinascita.

 
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