Il ritrovamento del corpo di Cristian Molnar, nascosto per giorni nelle gole del Natisone, ha definitivamente spazzato via la speranza (quella della famiglia del 23enne) nella tragedia dei tre ragazzi uccisi dalla piena del fiume friulano. Ora restano la rabbia, la disperazione e gli interrogativi. Quello più ricorrente è sempre lo stesso: “È stato fatto tutto per salvarli?”.
La famiglia di Patrizia, una delle due ragazze, chiede chiarezza e fa luce su chi ha assistito alla scena filmandola con i cellulari: “Sul cellulare di mia figlia è tutto documentato fino all’ultimo, anche il comportamento di quelli che guardano dal ponte. Vogliamo la verità, chiarezza su quanto accaduto”, le parole della madre della ragazza, riportate dal Gazzettino.
Il telefono è stato restituito ai genitori
Il cellulare è stato restituito ai genitori dopo una copia forense dei dati. Patrizia aveva allertato i soccorsi quel giorno prima di essere trascinata via dalla corrente impetuosa dell’acqua. Il dispositivo è stato poi ritrovato durante le perquisizioni e consegnato alla Procura per verificare la tempistica del salvataggio. Ma la memoria di quello smartphone custodisce anche altri dati preziosi.
“Il suo telefono ha tutto. Ci sono le quattro telefonate, ci sono foto e video. Quando è arrivata sulla spiaggia, all’1:18, ha scattato una foto. Ci sono immagini che mostrano tutto, fino all’ultimo dettaglio. Anche le persone che erano sul ponte. Si sarebbero potute salvare. Questi ragazzi sono rimasti lì da soli”, racconta Mihaela, che ora indossa uno dei braccialetti di Patrizia al polso. “Quando l’hanno trovata, aveva ancora tutti i suoi braccialetti e anelli. Ora li indossiamo io e l’altra mia figlia. Ci danno la forza di andare avanti e ci fanno sentire che Patrizia è sempre vicina a noi”.
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