Naufragio di migranti al largo della Calabria, il dolore dei familiari delle vittime – .

Naufragio di migranti al largo della Calabria, il dolore dei familiari delle vittime – .
Naufragio di migranti al largo della Calabria, il dolore dei familiari delle vittime – .

ROMA Giorni di dolore per i familiari dei dispersi nel naufragio nel Mar Ionio avvenuto lo scorso 16 giugno, a circa 120 miglia dalla costa calabrese. I familiari sono arrivati ​​in Roccella Ionica provenienti da vari paesi europei per cercare di riconoscere i corpi recuperati dalla Guardia Costiera nei giorni successivi al disastro. “Cercano un anello, un neo, una cicatrice per ritrovare un fratello, un cugino, una nipote tra quei corpi ormai irriconoscibili recuperati dal mare”, dice Medici Senza Frontiere che li assiste, composta da una psicologa, mediatori interculturali . Tra loro c’era anche M., che ha fatto perlustrare il mare prima con un elicottero e poi con uno yacht pagato a sue spese per ritrovare i fratelli. “Sono disposto a spendere qualsiasi cifra per ritrovare i loro corpi. Uno dei due aveva segni di tortura subita in Iran, diverse cicatrici sul corpo, ma non è tra nessuno dei corpi recuperati”, ha detto M. alle équipe di MSF dopo essere arrivato dalla Svezia. “Quando ero soldato ho visto centinaia di morti. Ma è straziante non riconoscere mio cugino e la sua famiglia tra queste foto”, ha detto A., un iracheno, arrivato da Londra, che ha guardato una per una le foto dei corpi recuperati, cercando suo cugino e sua moglie – incinta di nove mesi – e le loro figlie di 9 e 12 anni. “Mia cugina ha venduto i suoi orecchini in Turchia per raccogliere fondi, hanno pagato il viaggio della morte. Mia zia mi ha detto: ‘Portatemi almeno una parte del corpo di mio figlio, dobbiamo seppellirlo’”. “Le storie di queste persone dimostrano come la mancanza di canali legali e sicuri sia la causa diretta della loro morte”, dichiara Monica Minardi, presidente di MSF Italia. “Il governo italiano e i Paesi europei – aggiunge – facciano qualcosa per evitare ulteriori tragedie e le istituzioni si attivino per tutelare le persone rispettando la dignità di chi è morto in mare a causa dell’inerzia dei governi stessi. Mentre politiche disumane distruggono intere famiglie, le coscienze dei decisori politici si sporcano della vita di altri esseri umani cercando di passarla sotto silenzio”. (Ansa)

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