Giornalista Rai e direttore di Affaritaliani.it accusato di diffamazione dai magistrati di Marsala – .

Giornalista Rai e direttore di Affaritaliani.it accusato di diffamazione dai magistrati di Marsala – .
Giornalista Rai e direttore di Affaritaliani.it accusato di diffamazione dai magistrati di Marsala – .

Ultimo aggiornamento il 28 giugno 2024 da Marco Mintillo

Nel corso della trasmissione ‘Ore 14’ andata in onda su Rai 2 il 22 novembre 2021, il giornalista Rai Milo Infante e il direttore di Affaritaliani.it Angel Mary Perrino sono stati denunciati dal giudice dell’udienza preliminare Caltanissetta Davide Salvucci per diffamazione nei confronti di tre magistrati di Marsala .

Accuse di diffamazione

Le parti offese sono l’ex Procura di Marsala Vincenzo Pantaleo e i magistrati Roberto Piscitello e Giuliana Ranaresponsabile delle indagini sulla scomparsa di Denise Pipitonela bambina di 4 anni scomparsa nel 2004 Mazara del Vallo.

Il giudice Salvucci ha definito le dichiarazioni di Perrino in tv come “oggettivamente diffamatorio“, affermando che tali dichiarazioni avevano offeso i tre magistrati.

Le dichiarazioni contestate

Nel corso della trasmissione Perrino ha dichiarato: “Una fonte romana di ‘Affaritaliani’ mi ha detto che la chiave di questo mistero sta nelle intercettazioni che non hanno voluto rendere pubbliche perché sarebbero compromettenti per molti e quindi, con vari pretesti, sono state sepolte e rese inutilizzabili.Queste parole hanno contribuito a compromettere la reputazione dei magistrati coinvolti nelle indagini.

Coinvolto anche Infante quando, rispondendo a un ospite in studio, fece riferimento a magistrati, politici e altri soggetti non identificati, implicandoli nell’occultamento di intercettazioni compromettenti e nell’inesorabile rapimento di Denise Pipitone.

Risposta e decisione del Gup

Infante ha difeso le sue dichiarazioni sostenendo che si riferiva a presunte lacune delle indagini iniziali e non ai magistrati attualmente incaricati del caso. Il gup ha però respinto la richiesta di archiviazione del caso, sottolineando il valore diffamatorio delle dichiarazioni e la consapevolezza dei giornalisti riguardo al danno alla reputazione delle persone coinvolte nelle indagini su Denise Pipitone.

Il gup ha inoltre sottolineato l’importanza di divulgare notizie relative a violazioni etiche e professionali da parte di soggetti potenzialmente sottoposti a procedimento giudiziario, esortando gli indagati a limitare a soggetti specifici e periodi definiti le denunce pubbliche di collusione illecita.

In conclusione, il racconto mette in luce la delicatezza e la responsabilità della diffusione di informazioni sensibili nel contesto delle indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone.

Approfondimenti

  • Il testo dell’articolo tratta delle accuse di diffamazione mosse al giornalista Rai
Milo Infantee al direttore di Affaritaliani.itAngel Mary Perrinodal gip di CaltanissettaDavide Salvuccidi seguito le dichiarazioni rilasciate nel corso della trasmissione ‘Ore 14’ trasmessa su Rai 222 novembre 2021. Le parti lese sono l’ex Avvocato di MarsalaVincenzo Pantaleoe i magistrati Roberto Piscitelloe Giuliana Ranacoinvolto nelle indagini sulla scomparsa di Denise Pipitonela bambina di 4 anni scomparsa nel 2004 a Mazara del Vallo.

Durante la trasmissione, Angelo Maria Perrino ha detto che la chiave del caso sta nelle intercettazioni non rese pubbliche, mentre Milo Infante ha fatto riferimento a presunte lacune nelle indagini iniziali senza identificare specificamente i soggetti coinvolti. Il giudice dell’udienza preliminare Davide Salvucci ha ritenuto tali affermazioni diffamatorie e lesive della reputazione dei magistrati coinvolti nelle indagini.
La decisione del GUP di non archiviare il caso sottolinea l’importanza di evitare dichiarazioni che possano ledere la reputazione di terzi, soprattutto in contesti delicati come quello legato alla scomparsa di Denise Pipitone. Vengono inoltre evidenziate le responsabilità etiche e professionali dei giornalisti nel diffondere informazioni sensibili senza arrecare danno alle persone coinvolte.
Questa storia sottolinea l’importanza della precisione e della responsabilità nel trattare argomenti delicati come quelli giudiziari e sottolinea l’importanza di rispettare l’etica giornalistica per evitare controversie legali legate alla diffamazione.

 
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