tutto da rifare per l’accusatore di Cataldo – .

tutto da rifare per l’accusatore di Cataldo – .
tutto da rifare per l’accusatore di Cataldo – .

BARI – Il processo d’appello del maresciallo Gerardo Leoneil grande accusatore di Alessandro Cataldo, è da rifare. Ieri la Corte di Cassazione (Sezione Sesta) ha annullato con rinvio la condanna a un anno e sei mesi inflitta al militare per tentato incitamento indebito, per aver tentato – è l’accusa – di chiedere a Sandrino 40mila euro, all’epoca ( 2015) indagato su appalti truccati nella ex Provincia di Bari.

Il ricorso in Cassazione verteva su due motivi, uno dei quali di natura processuale. La difesa (l’avvocato Antonio La Scala di Bari) aveva chiesto un’udienza orale, ma il ricorso era stato gestito nel formato cartaceo in uso all’epoca per l’emergenza Covid. Il secondo motivo attiene alla qualificazione giuridica del fatto: Leone nega di aver mai preteso materialmente i soldi. E di questo si occuperà tutto. La Procura generale aveva chiesto l’annullamento senza rinvio, essendo già decorsi i termini di prescrizione, cui però il militare aveva già rinunciato.

Il caso è di un certo interesse perché Leone è l’uomo che ha messo nei guai Alessandro Cataldo, ancora agli arresti domiciliari dopo l’arresto dello scorso aprile. Nel 2021, dopo essere finito lui stesso agli arresti domiciliari in seguito a una denuncia di Cataldo per presunta estorsione, Leone ha incontrato e registrato Armando Defrancesco, ex consigliere di circoscrizione e braccio destro di Cataldo. In quella registrazione, Defrancesco ha descritto il “metodo Sandrino”: comprare voti per 50 euro e verificare sezione per sezione se l’elettore aveva mantenuto la promessa. La registrazione di Leone è il documento chiave che ha dato il via all’inchiesta del pm Savina Toscani, che il 4 aprile ha mandato agli arresti domiciliari (dove si trovano ancora) sia Cataldo che Defrancesco, insieme ad altre persone.

Ma l’intersezione tra i due eventi è molto più complicata. Il giorno dell’arresto, i carabinieri sequestrano a Cataldo, in una borsa di pelle, una chiavetta USB con la registrazione (già srotolata) di una conversazione con De Francesco avvenuta il 12 marzo. In questa conversazione l’ex consigliere si scusa con Sandrino, spiegandogli in sostanza di aver parlato con Leone solo perché pagato dal militare. Insomma, tutta l’inchiesta su Cataldo sarebbe un complotto orchestrato da Leone: circostanza a cui però né la Procura né il gip hanno creduto.

Leone (di Triggiano come Cataldo) è stato arrestato il 1° luglio 2015 per tentata estorsione e rivelazione di segreti d’ufficio. Secondo l’accusa avrebbe chiesto a Sandrino 40mila euro per informarlo delle indagini in corso contro di lui e la moglie Anita Maurodinoia. Ma già nel processo di primo grado la rivelazione venne ritirata (la notizia di cui parlò a Sandrino «era stata ampiamente riportata dai media, tanto che era già di dominio pubblico»), e l’accusa fu declassata a tentata indebita induzione vedendo poiché il soldato non aveva preso i soldi. Pur condannandolo a due anni, gli stessi giudici hanno sollevato qualche dubbio: «La Giunta ritiene altamente probabile che Cataldo, avendo realizzato, sulla base di notizie che circolavano da tempo negli ambienti della Provincia e di generiche anticipazioni di Leone , che c’erano indagini anche contro se stesso e la moglie, non intendendo sborsare soldi per uscire dall’impasse, cercò di rendersi credibile e collaborativo davanti alle forze dell’ordine e all’autorità giudiziaria, nella speranza di ottenere benefici premiali” . Le sentenze di primo e secondo grado hanno però stabilito che Leone non ha preso i soldi solo perché aveva capito che i suoi incontri con Cataldo erano monitorati dalla Digos. Diversa la versione della difesa, che intende dimostrare che Leone non ha attuato volontariamente il (presunto) piano, e quindi non sarebbe punibile.

L’inchiesta su Cataldo per corruzione elettorale a Grumo e Triggiano è alle battute finali. Dopo l’esecuzione delle misure cautelari, Leone è stato sentito in Procura come testimone: ha raccontato altri episodi riguardanti Sandrino e alcune persone a lui vicine, parlando anche di contratti e scambi di favori con la politica di Triggiano. Elementi che dovranno essere esaminati.

 
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