“Non faccio previsioni su domani, ma so che sarà a Napoli” – .

“Non faccio previsioni su domani, ma so che sarà a Napoli” – .
“Non faccio previsioni su domani, ma so che sarà a Napoli” – .

Il Campus Universitario San Giovanni a Teduccio dell’Università degli Studi di Napoli Federico II ha fatto da cornice ieri ad un altro Graduation Day. Sono salite sul palco dell’Aula Magna le 55 studentesse della prima edizione dell’Accademia per le Donne Imprenditrici, il programma completamente gratuito realizzato grazie alla partnership tra l’Università e la Missione Diplomatica degli Stati Uniti in Italia per sostenere donne e ragazze nella creazione e sviluppo di realtà imprenditoriali attraverso formazione, mentoring, partnership commerciali e opportunità di collaborazione con aziende italiane e americane. Circa la metà provengono da fuori Regione, a conferma dell’attrazione che programmi innovativi come questo esercitano sui giovani di tutto il Paese. Oltre al rettore Matteo Lorito, la coordinatrice del progetto Awe Italy Daniela Terracciano, il direttore della Digita Academy Antonio Pescapè, il console generale degli Stati Uniti a Napoli Tracy Roberts-Pound, la consigliera regionale Valeria Fascione, ospite di onore è stato l’Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, Jack Markell.

Ambasciatore, lei ritorna a Napoli per la seconda volta, otto mesi dopo la sua prima visita ufficiale. Il Sud è conosciuto soprattutto per le mete turistiche e il buon cibo, sapete altro adesso?
«Quando sono arrivato a Roma l’anno scorso, la prima visita che ho fatto fuori Roma è stata a Federico II. Amo Napoli, amo il Sud Italia, sono stata qui molte volte. È vero che il cibo e la cultura sono incredibili, ma la più grande fonte di ispirazione sono le persone. Questa città ha una storia importante, così come quella di Federico II lunga 800 anni, ma ti senti anche una città e un’Università che si trasformano e si reinventano costantemente. Un paio di mesi fa ero al Museo Archeologico, probabilmente il migliore del mondo, ho ammirato Caravaggio, il Cristo Velato. La storia è straordinaria ma lo sono anche il presente e il futuro di questa città».

Come descriveresti Napoli ai tuoi concittadini?
«Che senti un’energia continua, che senti la voglia di crescere, che noti che la gente del Sud ama le proprie radici, la propria storia, ma ha sempre uno sguardo rivolto al futuro. Quando riesci a riflettere con orgoglio sul tuo passato e a guardare al futuro allo stesso tempo: direi che non potrebbe esserci combinazione migliore di questa. Questo è ciò che vedo a Napoli ogni volta che sono qui.»

Se fossi un imprenditore, in cosa investiresti a Napoli?
“Penso che i risultati migliori si ottengano quando si investe nelle persone migliori. Né io né il governo americano possiamo prevedere quale sarà il settore del futuro, ma so per certo che qualunque sarà, i napoletani sapranno sempre essere competitivi. Avendo visitato due volte il campus di San Giovanni e alcune delle Academy nate qui, da Apple ad Agritech, a Digita realizzata con Deloitte, fino a quella odierna per le donne imprenditrici, direi che questo è sicuramente un posto da guardare con attenzione. È chiaro che da qui escono ragazzi non solo pieni di energia, ma anche pieni di competenze e concretezza.”

Intanto il vostro Paese ha promosso l’Accademia per le Donne Imprenditrici proprio qui a Napoli. Perché?
«Quando ho detto ai miei amici che sarei andata alla Frederick II perché il Dipartimento di Stato americano sponsorizzava questa Academy, mi hanno fatto la stessa domanda. La risposta è molto semplice: quando le donne hanno l’opportunità di affermarsi, anche le società si rafforzano. Questo vale negli Stati Uniti e sono convinta che valga altrettanto qui in Italia: le donne ovunque affrontano una serie di difficoltà uniche. Tuttavia, ci sono ancora differenze economiche tra uomini e donne e sarebbe una lunga discussione da continuare, ma noi del Dipartimento di Stato americano pensiamo che il modo migliore per risolvere questo problema sia aiutare le donne a fare la differenza e in questo caso le donne imprenditrici. Sostenerle si riflette sull’intera società».

Hai citato Agritech Academy, che è un anello di congiunzione dell’Agritech Center, il più importante hub dedicato all’agricoltura e alla tecnologia in Europa. Ci parleresti di questa esperienza negli USA?
«Se pensi a quanti abitanti ci sono sulla Terra, se pensi al cambiamento climatico e al suo impatto sulle coltivazioni, diventa sempre più chiaro anno dopo anno che dobbiamo essere più produttivi nei nostri metodi di coltivazione, non solo per le esigenze attuali, ma per preservare la terra e poter coltivare di più in futuro. E penso che i giovani che si formeranno all’Agritech Academy saranno preparati ad affrontare questa sfida futura. Tutti possono trarre ispirazione dagli scambi accademici. È successo con Apple, Deloitte e altri ma sta già accadendo anche a New York dove la Federico II ha avviato uno scambio con la Cornell Tech, che porterà anche nuove esperienze per gli studenti americani a New York».

© TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Leggi l’articolo completo su
La mattina

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV «Corini e Mignani hanno fatto un ottimo lavoro» – .
NEXT Team Altamura, a Moussa Manè del Bari piace la corsia destra: la situazione – .