Picco dei dazi al mercato ortofrutticolo Per i produttori 1.800 euro l’anno – .

Dalle questioni relative ai costi energetici agli investimenti nella transizione energetica. Il mercato ortofrutticolo di Brescia aumenta i biglietti d’ingresso per far fronte all’aumento dei costi ma non rinuncia agli investimenti sulla sostenibilità. Il mercato ortofrutticolo della provincia sta aggiustando al rialzo le spese per venditori e acquirenti e questo avrà potenziali ricadute sull’ortofrutta che rischia di subire aumenti tra il 15% e il 20%. Cresce invece del 25% l’ingresso unico per i cittadini (da 2 a 2,5 euro). Dunque fruttivendoli, ristoratori e tutti gli operatori del mercato si ritrovano a pagare 450 euro ogni anno, non più i 370 euro annui pagati fino al primo maggio.

Non solo. Per i fornitori l’abbonamento annuale è di 1800 euro (1900 se pagato a rate), per gli acquirenti l’abbonamento annuale è di 1300 eurooppure con ingresso dall’inizio delle contrattazioni e 450 euro all’anno a partire dalle 5 del mattino, a cui si aggiungono 380 euro per ogni veicolo aggiuntivo. Gli aumenti non vengono accolti favorevolmente dagli operatori economici: “Viste le difficoltà che stiamo vivendo in questo periodo storico, sarebbe stato più opportuno ritardare l’applicazione di queste aliquote” spiega un fornitore che chiede di restare anonimo. Critiche sì, anche suggerimenti per fare meglio, ma prevale l’equilibrio. “Siamo concessionari, quindi non possiamo fare altro che adeguarci alle direttive del Comune e di Brescia Mercati, perché siamo consapevoli delle potenzialità che offre il mercato ortofrutticolo” spiegano i grossisti.

Se il bilancio costi-benefici pesa ancora sui benefici, diversa è la valutazione del rapporto tra spesa e qualità degli spazi utilizzati: «Un punto su cui si dovrebbe aprire una grande discussione. C’è un malcontento diffusa. Dentro piove e non c’è parcheggio. Insomma, la struttura non è eccezionale” sottolineano i grossisti. Inoltre “la movimentazione dei bancali” e il “servizio di facchinaggio” sono voci di spesa aggiuntive in quanto escluse dalle tariffe” aggiungono i dettaglianti.

IO I grossisti sperano che parte dell’“aumento dei ricavi” possa essere investito per ammodernare la struttura di via Orzinuovi. «L’immobile risale al 1984, negli ultimi anni sono stati fatti degli interventi di manutenzione ma non in maniera incisiva, siamo noi concessionari a soffrire di più di queste criticità».

Gli operatori economici sottolineano il loro disappunto quando confrontano la realtà bresciana con quella bergamasca. “L’erba del vicino è più verde” e in questo caso i prezzi del mercato ortofrutticolo orobico sono meno duri: “Lo stesso abbonamento per gli acquirenti di Bergamo costa 213,50 euro. Questa situazione purtroppo si ripercuote sui consumatori” sottolineano i rivenditori. L’aL’abbonamento nel nostro Paese è doppio rispetto a quello orobico, per questo c’è chi sottolinea: «Gli operatori del Sebino e della Franciacorta vanno a Bergamo piuttosto che a Brescia perché è molto più comodo». Anche i fornitori della provincia limitrofa che hanno una capacità superiore a 75 quintali, pagano 1000,40 euro l’anno (risparmiando 800 euro rispetto a quelli bresciani).

C’è un impatto sul portafoglio, anche se Brescia Mercati ricorda che il precedente adeguamento tariffario risale a oltre vent’anni fa. Inoltre, questa nuova modifica non ha avuto effetti negativi. «C’è stato un aumento del 15% approvato dalla commissione di mercato e dal Consiglio di amministrazione; l’aumento per le singole iscrizioni è del 20%. Le tariffe erano ferme dal 2002. Va bene, non è traumatico. A riprova di ciòtutti stanno registrando abbonamenti perché si rendono conto che le tariffe sono rimaste invariate da molto tempo” spiega Antonio Massoletti, presidente di Brescia Mercati.

Il responsabile della controllata del Comune che gestisce lo spazio di via Orzinuovi snocciola i dati: i venti grossisti (che gestiscono i 59 stand) e i dati complessivi sembrerebbero confermare lo stato di salute dell’agroalimentare bresciano. «Al mercato ortofrutticolo di Brescia ci sono solo 3 parcheggi gratuiti. La situazione si sta evolvendo in questi giorni, stiamo valutando attentamente a chi assegnare queste postazioni vuote. Abbiamo richieste ma servono spalle grandi: qui abbiamo un fatturato di 30 milioni di euro l’anno, non ci sono piccoli fruttivendoli» precisa Massoletti.

Insomma, la situazione economica ha colpito tutti, Brescia Mercati è stata costretta ad aumentare le tariffe ma allo stesso tempo guarda alle innovazioni tecnologiche per abbassare i costi e dare nuova linfa al settore agroalimentare della nostra provincia.

 
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