Depositate 80.000 firme al Senato – .

Depositate 80.000 firme al Senato – .
Depositate 80.000 firme al Senato – .

Sono 78.514 le firme raccolte dall’Associazione Schierarsi a sostegno del disegno di legge di iniziativa popolare per l’ riconoscimento dello Stato di Palestina dal nostro Paese. Nel testo della proposta – che ha ampiamente superato la soglia minima di 50mila firme necessarie entro sei mesi per essere presentata al Parlamento – si legge che “l’Italia riconosce lo Stato di Palestina con capitale a Gerusalemme Est come Stato sovrano e indipendenteconformemente alle risoluzioni delle Nazioni Unite e al diritto internazionale”. Affinché la proposta diventi legge statale, il Parlamento dovrà esprimere il proprio parere, ma non è – almeno formalmente – obbligato a discuterne il testo.

Nonostante l’assordante silenzio mediatico sull’iniziativa, Schierarsi, il cui vicepresidente è l’ex deputato e attivista politico Alessandro Di Battista, è riuscita a centrare in pieno – e con ampio margine – il suo obiettivo (delle quasi 80mila firme raccolte, circa 15mila sono firme certificate online). Nella relazione illustrativa del testo, che ora passerà all’esame del presidente del Senato, i promotori hanno messo nero su bianco che “i tragici eventi accaduti dal 7 ottobre 2023 non lasciano spazio a ulteriori rinvii rispetto all’esigenza di coinvolgere al tavolo della mediazione due popoli che hanno entrambi la stessa dignità dei cittadini di uno stato liberoindipendente e sovrana”, evidenziando come “contribuire in modo concreto al processo di pace nella regione, da ricercare anche attraverso la soluzione del riconoscimento dei due Stati, Palestina e Israele” rappresenti “uno degli obiettivi più volte dichiarati dalle massime istituzioni italiane in ogni occasione di incontro con le Autorità palestinesi”. «È stata un’esperienza straordinaria: 150 piazze attive, 1.100 iniziative su tutto il territorio nazionale, 1.400 volontari, 34 associazioni esterne che ci hanno sostenuto – ha dichiarato L’indipendente Luca Di Giuseppe, presidente dell’Associazione Schierarsi – 78.514 cittadini italiani chiedono all’Italia di riconoscere lo Stato di Palestina. Ora i parlamentari della Repubblica dovranno prendere posizione, altrimenti assumersi la responsabilità di non dare loro una risposta». «Nel 2018 ho lasciato il Parlamento di mia spontanea volontà – ha detto Alessandro Di Battista poco prima di consegnare le firme al Senato – non ho mai rimesso piede e oggi ci tornerò a nome dei cittadini indignati per ciò che il terrorismo sta facendo nel mondo. Stato israeliano e per il disgustosa risposta ipocrita delle istituzioni italiane. A partire da questo governo spaventoso, fatto della “madre, donna, cristiana”, che tace di fronte al massacro di bambini palestinesi”.

Dopo i recenti provvedimenti di Spagna, Norvegia e Irlanda, tra i 193 Stati membri dell’ONU ce ne sono ora 146 che riconoscono il diritto dei palestinesi ad esistere come entità politica e geografica, circa tre quarti della comunità internazionale (cui si aggiunge la Città del Vaticano). Mancano però gli Stati Uniti d’America, il Canada, l’Australia e la maggior parte dei Paesi membri dell’Unione Europea. Tra questi c’è anche l’Italia, che ora, grazie alla presentazione in Parlamento di questo disegno di legge di iniziativa popolare, avrebbe l’opportunità di voltare pagina. A norma dell’articolo 71, secondo comma, della Costituzione, il popolo esercita l’iniziativa legislativa mediante la proposta, da parte di almeno 50.000 elettori, di un progetto redatto negli artt. Quando un disegno di legge di iniziativa popolare viene presentato al Senato, il Presidente, prima di comunicarlo all’Assemblea, deve provvedere alla verifica e al conteggio delle firme degli elettori proponenti per garantire la regolarità della proposta. Organi parlamentari non sono obbligati ad esprimere la propria opinione sulle proposte di iniziativa popolare e non sono previsti meccanismi che garantiscano forme di priorità procedurale. Tuttavia, l’articolo 74 del Regolamento del Senato prevede che le Commissioni competenti inizino l’esame dei disegni di legge di iniziativa popolare loro assegnati entro e non oltre un mese dal loro incarico, per poi concluderlo entro tre mesi dall’assegnazione.

[di Stefano Baudino]

 
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