Chip, il Veneto fallisce su Strade e Ferrovie. 3,2 miliardi andati via – .

Chip, il Veneto fallisce su Strade e Ferrovie. 3,2 miliardi andati via – .
Chip, il Veneto fallisce su Strade e Ferrovie. 3,2 miliardi andati via – .

Il Veneto vede svanire nell’ultimo miglio investimenti per 3,2 miliardi e la creazione di 1.600 posti di lavoro diretti e indotti. Dopo settimane di indiscrezioni, ieri mattina è arrivato l’annuncio ufficiale: Silicon Box, azienda singaporiana specializzata nella produzione dei cosiddetti chiplet, minuscoli circuiti integrati grandi quanto granelli di sabbia, ha confermato di aver scelto Novara come sede per la sua realizzazione artificiale fabbrica di microchip di intelligenza. Una beffa per il Veneto, e per il presidente della Regione Luca Zaia, che aveva già dovuto cedere lo stabilimento Intel. La multinazionale americana aveva infatti scelto Vigasio, in provincia di Verona, prima di decidere di rimodulare parte dei suoi investimenti in Europa. Da Venezia non sono arrivati ​​commenti ufficiali all’annuncio del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e dell’amministratore delegato di Silicon Box, Byung Joon Han. Quest’ultimo, però, ha tenuto a sottolineare che continuerà anche “a guardare alle regioni circostanti per ulteriori sviluppi. Il nostro lavoro per i nuovi chip parte da qui”. La Regione ha però espresso “forte disappunto” per una scelta che appare poco chiara rispetto a quanto richiesto.

Secondo fonti dell’azienda di Singapore, la differenza l’avrebbero fatta innanzitutto le infrastrutture ferroviarie e stradali: quelle del progetto piemontese sono state ritenute più adatte al progetto. I chip che verranno prodotti nel sito piemontese sono “chiplets”, ovvero moderni semiconduttori che si combinano tra loro in package e sono particolarmente importanti per l’applicazione dell’intelligenza artificiale. Non è un caso, quindi, che la fabbrica che sorgerà nel Nord Ovest d’Italia sia vicina alla Fondazione per l’Intelligenza Artificiale fondata a Torino. È chiaro che il territorio di Vigasio dispone anche di ottimi collegamenti infrastrutturali, a cominciare dalla vicinanza alla ferrovia e all’autostrada del Brennero. Ma queste sarebbero state sicuramente più funzionali per Intel, che aveva bisogno di un collegamento veloce con la Germania, dove a Magdeburgo verranno costruite due fabbriche di wafer per i chip. E trapela anche dall’azienda asiatica che a pesare a favore del Piemonte è stato il fatto che, mentre il progetto veneto era ancora troppo legato alle esigenze di Intel, quello piemontese era invece cucito su misura per Silicon Box.

«Il Piemonte – ha spiegato ieri il ministro Urso – ha già altre attività nel settore e può diventare un polo industriale dei semiconduttori. Siamo convinti che l’Italia possa essere uno dei poli produttivi più importanti d’Europa”. A Venezia, invece, si è deciso di prendere semplicemente atto della decisione senza commentare le notizie che arrivano da Roma. A Palazzo Balbi è però arrivato un messaggio di ringraziamento da parte di Byung Joon Han, che si è congratulato con il team regionale che ha seguito il dossier. Il tecnico ha spiegato che, nonostante i tanti vantaggi del Vigasio, la decisione è stata influenzata dalla certezza dei tempi. Inoltre, ha sottolineato, si ritiene importante evitare ritardi nell’acquisizione del terreno, evitando contenziosi, e che, nel caso del sito prescelto, è già stato stipulato un contratto preliminare di acquisto. Ma è stato soprattutto quest’ultimo passo a provocare “forte delusione” nella Regione. In effetti era noto a tutti, tanto da essere stato uno degli elementi che avevano spinto Intel a scegliere il Veneto, che la zona di Vigasio appartiene ad un unico proprietario. Per questo, sottolineano a Venezia, non c’era rischio di contenzioso. Il sospetto è quindi che a Roma qualcuno abbia voluto mettere un po’ di sabbia nella marcia, portando la scelta verso il Piemonte. “La tecnologia Silicon Box viene utilizzata per costruire una nuova era per l’intelligenza artificiale e i supercomputer, per costruire prodotti con un minor impatto ambientale e a costi inferiori”, ha affermato il co-fondatore di Silicon Box, Sehat Sutardja, “vi assicuriamo che lo faremo fare tutto il possibile per ricostruire il futuro partendo da qui in Italia”. Un futuro che al momento non passa dal Veneto e dal Nord Est.

 
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