Il Ministero avvia l’ispezione della scuola superiore. Errori nella versione greca – .

Il Ministero avvia l’ispezione della scuola superiore. Errori nella versione greca – .
Il Ministero avvia l’ispezione della scuola superiore. Errori nella versione greca – .

Il caso è arrivato al Ministero dell’Istruzione Linda Cocchetto, Virginia Herrera Gonzales and Lucrezia Novelloi tre studenti veneziani che si rifiutarono di sostenere l’esame orale dopo aver preso un voto per loro troppo basso nella versione greca di “Minosse o sulla legge”. Il direttore generale dell’ufficio scolastico regionale Marco Bussetti ha inviato un sopralluogo per verificare se davvero ci siano state disattenzioni nella correzione della versione da parte della docente esterna Carmelità Pettenà del liceo Franchetti di Mestre, riferisce Repubblica.

I voti della classe III A del liceo Foscarini di Venezia, la classe delle tre ragazze, erano inferiori a quelli della classe III B, che aveva un altro insegnante esterno: 9/20 contro 12/20, una media di bocciatura primo caso, sufficiente nel secondo. Da qui il dubbio delle madri: perché venivano dati voti così bassi in greco anche a studenti che nel triennio avevano avuto medie molto alte in greco?

Interpretazioni errate

In attesa dell’ispezione, per il momento l’unica versione ufficiale è quella delle giovani donne. Le cui madri puntano il dito contro gli “errori di interpretazione” nelle versioni delle figlie.

“L’unico errore noto di mia figlia è una clausola subordinata a cui ha attribuito un valore sbagliato”, dice la madre di Linda, che è anche lei un’insegnante di greco. «Il resto sono errori di interpretazione, come un participio tradotto “avente un battitore” anziché “con un tasto”: ma, anche se suona male in italiano, uno studente è portato a tradurre un participio greco con un participio italiano , perché se non lo fa rischia un errore più grande, quello di far intendere di non aver capito il participio”.

«Altri errori notati – dice la madre di Virginia – erano anche di interpretazione. Ma il greco ha questo “rischio”. Per esempio, un “in questa parte” è stato segnalato come errore e corretto con “in questo passaggio”, o anche la definizione di Aristotele come precettore, anziché “scienziato” come ha corretto il maestro (se mi è concesso, qualche secolo prima di Galileo… .)».

La mamma di Lucrezia aggiunge un altro particolare, confermato anche dalla mamma di Virginia: «Durante l’orale mia figlia ha chiesto di vedere il compito per capire gli errori. Ha visto molti puntini rossi e si è preoccupata. L’unico errore era un “since” tradotto al posto di un “che”. Ha anche sbagliato a tradurre una terza persona singolare: infatti l’aveva interpretata come impersonale, quindi traducendola come “si dice” al posto di “dice” ma il resto della frase era corretto. C’erano altri errori ma non le sono sembrati molto gravi… Comunque, faremo vedere la traduzione a un professionista».

E gli altri segni rossi? “La professoressa Pettenà – spiega la mamma di Lucrezia – ha risposto che è sua “abitudine” sottolineare in rosso le parti giuste. Ma è pur sempre un atto d’ufficio, è possibile? Anche per questo chiediamo l’accesso agli atti. So che mia figlia, le nostre figlie, pensavano di prendere un bel voto. Con quel gesto hanno rappresentato il disagio della classe, anche di chi le sosteneva ma non poteva permettersi di non essere messo in discussione. Non ce l’ha con la professoressa Pettenà, non si permetterebbe mai di giudicare i suoi metodi o la sua didattica. Contesta solo i criteri di valutazione, che hanno rovinato una carriera accademica ma, per fortuna, non la sua futura carriera: si iscriverà a ingegneria biomedica e porterà con sé questa esperienza come bagaglio”.

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