“Che altro fare? Armarci contro il rumore?» – .

«Che cosa ci resta da fare? Magari armarci?”. Si conclude così il post esasperato apparso sulla pagina Facebook “Riprendiamoci Vanchiglia – Van Lieu” dopo l’ennesima notte di “cattiva” vita notturna e il tumulto che ha dominato la zona di Piazza Santa Giulia fino alle 4 del mattino di sabato.
Qui i residenti litigano da tempo una guerra contro il rumore causato dai tanti locali della zona, affollati di giovani nei fine settimana e ancor più nel periodo estivo. La gente beve, fa festa, ogni tanto scoppia una rissa e per chi vive qui le normali attività quotidiane come riposarsi, uscire a fare una passeggiata e perfino parcheggiare sono diventate quasi impossibili.

“C’è chi – afferma il comitato – ha preso un garage in via Catania e poi viene a piedi, visto che qui non c’è mai posto per una macchina”. I cittadini hanno presentato denunce, ha chiamato la polizia e due anni fa ha anche tentato una causa legale contro il Comune per farsi riconoscere il diritto al riposo. Il contenzioso legale è ancora in corso.
«Sono sette anni che formiamo questo gruppo di residenti – dicono dal comitato “Riprendiamoci Vanchiglia” – ce ne siamo andati quando è cambiato il quartiere. All’inizio era bello che ci fosse un po’ di movimento, non vogliamo il cimitero sotto casa. Dopo il Covid, però, da quando c’è stata la liberalizzazione degli spazi all’aperto, il quartiere è invivibilesono ovunque, manca solo il posto all’aperto sul campanile. Ce ne sono alcuni realizzati con pallet che si accorciano durante il giorno e si allungano la sera. C’è un degrado mostruoso, non c’è più un muro che non sia scarabocchiato. Di notte inizia verso le 23 e finisce alle 4, cominciamo ad avere problemi di salute”.

La prima denuncia con 357 firme è del 2018, un elenco di tutti i locali che secondo chi ci vive violavano qualche norma. La lotta continua negli anni successivi, anche con l’aiuto della parrocchia di Santa GiuliaDopo migliaia di firme raccolte e promesse non mantenute, i residenti scelgono di fare causa al Comune.

«Durante la campagna elettorale Lo Russo – prosegue il gruppo – ci aveva promesso tante cose: il sindaco della notte, una presenza fissa ma non è successo niente. Dopo denunce e centinaia di telefonate al 112, in 34 abbiamo presentato una denuncia al Comune, da 2 anni. Questa è la nostra storia: abbiamo provato di tutto ma non è successo niente. È una notte infernale dopo l’altra. Alcuni hanno dovuto ricorrere a cure psicologiche per il disagio creato, altri hanno installato nuove finestre a proprie spese per cercare di non sentire il rumore. Senza contare che le nostre case ormai non valgono più niente, chi vorrebbe venire a vivere qui?”.

E arriviamo all’ultimo post e al riferimento alle armi. «Qui siamo esasperati – concludono i residenti – le armi sono una provocazione ma non sappiamo cosa fare. Da anni cerchiamo di far valere i nostri diritti ma non cambia mai niente. Abbiamo una città che punta su studenti e turisti ma non governa il fenomeno. Bisognerebbe organizzarsi ma invece non si fa niente e tutto è permesso. Qui nei weekend ci sono i fuochi d’artificio, è successo che finissero anche sui balconi ma finché qualcuno non si fa male non cambierà niente.”

 
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