“Picchiato dalla banda mentre lavorava nel garage” – .

“Picchiato dalla banda mentre lavorava nel garage” – .
“Picchiato dalla banda mentre lavorava nel garage” – .

Modena, 29 giugno 2024 – Ragazzo di 16 anni picchiato a sangue per il cellulare e cuffie. Rapinati nel centro storico di Modena da una banda di giovanissimi rapinatori: cinque contro uno. Questa è la generazione Z: quella che oggi più che mai ‘si nutre di violenza’. Mayor Massimo Mezzettidopo l’appello lanciato da una mamma sulle nostre pagine in seguito all’aggressione subita dal figlio nei giorni scorsi, ha contattato la donna per esprimerle solidarietà, specificando che in caso di necessità metterà a disposizione dello studente anche psicologi degli uffici comunali. La donna ha sporto denuncia e ora gli agenti di polizia stanno indagando per risalire ai responsabili del pestaggio.

Intanto emerge un’altra storia di violenza tra i giovanissimi questa volta in provincia. Un ragazzo è stato invitato a una ‘Live’ su Instagram: volevano pestarlo a sangue, ma in diretta. Al rifiuto del giovane, i ‘rivali’ lo hanno raggiunto a casa, in garage. In tre lo hanno picchiato con estrema ferocia e poi hanno afferrato una pala e lo hanno colpito alla testa e alla schiena, ferendolo gravemente. La banda si è fermata solo perché un vicino ha iniziato a urlare. L’ultimo e più sconcertante episodio è avvenuto lo scorso 1° giugno sull’Appennino. La madre della vittima (un ragazzo di 21 anni) ha raccontato l’accaduto, dicendosi “sconvolta e allarmata per quanto accaduto al figlio, picchiato a sangue senza motivo”. In realtà la “colpa” del ragazzo è quella di essere amico di un altro giovane del paese, ex fidanzato della fidanzata di uno dei tre aggressori: i tre hanno 18, 19 e 20 anni. Residenti a Serramazzoni, nei loro confronti è stata ovviamente sporta denuncia e ora sono in corso accertamenti da parte delle forze dell’ordine. “Mio figlio era nel garage a fare le sue cose – racconta la donna – I tre lo avevano contattato su Instagram poco prima: avevano picchiato il suo amico, tra l’altro con le stampelle dopo un incidente, perché in passato aveva avuto una relazione con l’attuale fidanzata di uno dei tre aggressori. Fatto sta che mio figlio, su Instagram, si era ‘permesso’ di difenderlo affermando a uno dei tre ragazzi, che nemmeno conosceva: ‘Invece di prendervela con lui, che ha anche le stampelle, incolpami.” “La band a quel punto – continua la madre – lo hanno invitato ad unirsi a loro per prendere parte a un ‘live’: una diretta sui social per picchiarlo di fronte al loro ‘pubblico’. Mio figlio ovviamente ha declinato l’invito ma dopo un po’ si sono presentati a casa. Uno gli ha tenuto la mano, con cui mio figlio si stava presentando, e gli altri hanno iniziato a picchiarlo a sangue. Uno di loro poi ha preso la pala e lo ha massacrato: un colpo alla testa, a cinque centimetri dall’occhio e sulla schiena. Il rischio era di fargli davvero male e gratis. Una cosa assurda. Abbiamo subito denunciato alla polizia ma loro hanno continuato a minacciarlo, tanto che per diverse sere non abbiamo chiuso occhio, temendo il loro ritorno.”

 
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