“Capitale della cultura 2027, il centro di Brindisi sarà in ogni quartiere” – .

“Capitale della cultura 2027, il centro di Brindisi sarà in ogni quartiere” – .
“Capitale della cultura 2027, il centro di Brindisi sarà in ogni quartiere” – .

BRINDISI – Nel centro di Brindisi due sensazioni superano le altre: il caldo e il brusio. La prima – siamo quasi a luglio, dopotutto – è mitigata da qualche folata di vento, forse un maestrale. La seconda arriva dalle acque del porto, dove sfrecciano le monoposto di F2. Intorno, tra il Teatro Verdi e Palazzo Granafei-Nervegna c’è poca gente, che si prepara a vedere la nazionale di calcio in tv. Sarà una delusione. Chris Torch dice che “questo è il centro, ma il nostro obiettivo è fare centro anche la periferia”. Carmelo Grassi e Roberto Romeo Romeo annuiscono. La spiegazione della frase apparentemente oscura arriverà a breve. È il racconto di una chiacchierata con il direttore del dossier di candidatura per “Brindisi Capitale italiana della cultura 2027”. Torch è un cultural designer e consulente già coinvolto nei processi che hanno reso Matera e Rijeka (in Croazia) capitali europee della cultura, rispettivamente nel 2019 e nel 2020.

Brindisi vista da un occhio esterno

Seduti al tavolo di un bar, Torch e Romeo sorseggiano una Lemonsoda. Grassi opta per una bottiglia d’acqua. La torcia è di origine italiana. Torchia era il suo cognome originario, la sua famiglia proveniva dalla Calabria. Negli Usa alcuni familiari insistevano: “Chris, tu non sei italiano, sei americano”. È tornato qui, forse per vendetta, forse perché le radici non vengono mai recise. Ha scelto il Cilento. E ama Napoli. La prima volta che fu a Brindisi fu dieci anni fa. Ora ha un compito. “Come si chiama il pubblico ministero?”, chiede. Romeo risponde: “Dr. De Donno”. «Ebbene, ieri (giovedì 28 giugno, durante l’incontro sul Terzo settore, ndr), la procura ha citato Tocqueville. E aveva ragione. Lui descriveva quegli Stati Uniti, uno straniero ha lo sguardo più acuto”. Grassi spiega che è per questo motivo che il sindaco Giuseppe Marchionna ha accolto con entusiasmo il nome di Torcia.

“Il cambiamento è incrementale”

Brindisi è migliorata negli anni? Alcuni osservatori esterni lo dicono. Il prefetto Luigi Carnevale, per esempio, concorda con questa tesi. È vero, però, che la crisi industriale morde. Forse alcuni brindisini rimpiangono gli anni Novanta per una ragione “economica”. Il contrabbando ha portato prosperità, ha generato un indotto: i ristoranti erano pieni, le gioiellerie e le concessionarie di automobili hanno venduto. “Nessuno dovrebbe rimpiangere quel periodo”, taglia corto Grassi, intransigente sulla legalità. “In ogni caso, condivido la tesi dell’occhio ‘straniero’. Quando vengono qui gli attori, restano ammaliati dalla nostra Brindisi”. Romeo ricorda “Le luci sulla città”: “Ci siamo inventati un festival in cui invitavamo personalità nazionali, giravamo per la città e poi ce la raccontavano”. Torch: “Il cambiamento per una città è graduale, non lo vedi dall’interno. È come per un bambino, non lo vedi crescere. Un amico di famiglia che non lo incontra tutti i giorni, sì”.

La periferia che diventa centro

La conversazione entra nel vivo, con Torch che regala agli ascoltatori un aneddoto: la parabola – originaria dell’India, adottata anche dal sufismo – dei ciechi e dell’elefante. Non hanno mai incontrato un elefante e devono concettualizzarlo. Uno descriverà le zanne, un altro la proboscide, un terzo le orecchie e così via. Mettendo insieme tutte le esperienze otterremo il concetto di elefante. Ecco, descrivendo ognuno una parte di Brindisi, restituiremo l’immagine della città. Ancora Torch: “L’arte pubblica deve essere pensata come mobile. Un’opera può essere spostata, ci deve essere interscambio tra i vari quartieri. Quindi ogni quartiere sarà anche un centro”. Gli fa eco Grassi: “Dobbiamo coinvolgere le periferie”. Chiosa Romeo: “Così si supera la disaggregazione”. Alla fine tocca a Torch riassumere il senso della chiacchierata, perché il tempo per presentare il dossier di candidatura non è infinito: “Ecco, queste sono le idee, ora si tratta di passare al concreto. Nel frattempo, abbiamo già tutti i pezzi del nostro elefante”.

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