il calcio sulla porta a vetri e quel minuto e mezzo di vuoto nel video – .

il calcio sulla porta a vetri e quel minuto e mezzo di vuoto nel video – .
il calcio sulla porta a vetri e quel minuto e mezzo di vuoto nel video – .

VENEZIA – C’è un video che potrebbe far luce sugli ultimi istanti di vita di Marco Salvagno, il lavoratore ventunenne morto dissanguato venerdì pomeriggio dopo essere rimasto gravemente ferito da una porta a vetri. Le telecamere di Boscolo Bielol’azienda per cui il ragazzo lavorava da circa un anno, lo filmò mentre entrava nel magazzino e si trasferiva subito in una stanza dove però gli occhi elettronici non erano presenti. Ed è in quella stanza che accadde l’irreparabile, tutto nello spazio di poco più di un minuto; Marco Salvagno fu filmato dopo circa 90 secondi mentre usciva, o più probabilmente si trascinava, fuori dalla stanza. È ferito al ginocchio e perde molto sangue. Urla, chiama aiuto e crolla a terra: gli altri operai accorrono e lo trovano in una pozza di sangue. I colleghi cercheranno di prestargli i primi soccorsi sul posto, mentre aspettano l’arrivo rapidissimo dell’ambulanza, che lo porterà all’Ospedale Civile. Ma né gli sforzi dei colleghi né quelli dei paramedici, che tentano per ben due volte di rianimarlo e di fargli una trasfusione d’urgenza, bastano a salvare Marco, che morirà appena un’ora e mezza dopo essere entrato in quel magazzino.

Le indagini

Cosa possa essere successo nell’intervallo di tempo intercorso tra l’ingresso di Marco Salvagno nel magazzino non ripreso dalle telecamere e la sua uscita, già ferito a morte, è un mistero. Marco è entrato ed uscito solo, nessun collega ha assistito a quanto accaduto e può fornire una versione “live” dei fatti. Per questo, al momento, Spisal, polizia e Azienda sanitaria non si sbilanciano nel definire la morte di Marco Salvagno un infortunio sul lavoro. Lo spiega Vittorio Selledirettore del dipartimento di prevenzione Ulss3. «Siamo in presenza di un morte senza testimoni; in questi casi si utilizzano registrazioni e video, che però spesso sono frammentari. Alla ricostruzione dei fatti si stanno occupando dei carabinieri e dello Spisal; parallelamente il magistrato, insieme agli ausiliari di polizia, conduce un’indagine ricostruttiva utilizzando gli altri elementi a disposizione. Siamo ancora in una fase molto delicata delle indagini”. La salma è stata messa a disposizione della famiglia per l’organizzazione dei funerali: non si è ritenuto necessario effettuare l’autopsia.

Le ipotesi

A poche ore dalla morte di Salvagno Ivano Boscolo Bielo aveva scritto in una nota che “il ragazzo, per ragioni sconosciute, ha ceduto un calcio ad una porta a vetri, provocando la ferita mortale”. Versione che Boscolo Bielo conferma, anche se con un pizzico di dubbio: “Da quanto abbiamo potuto verificare nella zona dove è avvenuto il fatto, probabilmente è successo che Marco abbia dato un calcio alla porta. Ma forse non è andata così”. della perdita di un ragazzo così giovane, che lavorava da meno di un anno e che era felice di aver trovato stabilità dopo tanti anni di lavori stagionali, vengono tenuti nel più stretto riserbo e non hanno voglia di parlare. Nessuno di loro era presente al momento dell’incontro in cui è avvenuto il ferimento di Marco; sono stati però ascoltati dai tecnici dello Spisal e dai carabinieri. L’altra ipotesi, che farebbe della morte di Salvagno un incidente sul lavoro, è quella del giovane finito accidentalmente contro la porta a vetri mentre trasportava del materiale. Con il piede ha aperto la porta, rompendo il vetro, le cui schegge gli hanno reciso l’arteria femorale. In questo caso bisognerà stabilire se l’incidente si sarebbe potuto evitare, con la presenza di altre persone o con l’impiego di dispositivi adeguati: su questo i sindacati spingono perché, oltre il lutto, si parli di sicurezza sul lavoro. “È necessario convocare subito una Giunta regionale e una Giunta straordinaria per approvare un vero piano infortuni zero nella nostra regione”, scrive Daniele Giordano, segretario generale della Cgil Venezia. “Prima la prevenzione, prima la cultura della vita”, ribadisce Roberto Toigo, segretario generale della UIl Veneto.

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La Gazzetta

 
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