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«Obbligati a lavorare 13 ore e a restituire parte dello stipendio» – .

La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Trento ha eseguito un decreto di prevenzione del gip di Rovereto che ha disposto il sequestro di beni e risorse finanziarie per oltre 521.000 euro nei confronti di 7 persone – sei pakistani e un italiano – per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (caporalato) e violazione delle leggi sull’immigrazione.

Le irregolarità dell’azienda che operava nel settore della carta

Secondo quanto scoperto dalla Guardia di Finanza, gli indagati avrebbero commesso gravi irregolarità dal 2021 al 2023 tramite una società con sede in Vallagarina operante nel settore produzione di carta e cartone e gestito da soggetti di Nazionalità pakistana.

«Lavoravano dalle 9 alle 13 ore al giorno»

Secondo la ricostruzione gli indagati, abusando dello stato di bisogno di più dipendenti nazionali, in attesa del permesso di soggiorno e con famiglia in Pakistan per mantenerli li sottoponevano allo sfruttamento. Gli impiegati erano costretti ad accettare turni dalle 9 alle 13 ore al giorno.

Sequestrati otto edifici e un terreno

La scoperta di un libro mastro e di altra copiosa documentazione ha permesso ai finanziatori di ricostruire numerose irregolaritàLa guardia di finanza ha sequestrato 8 unità immobiliari e un appezzamento di terreno, tutti a Rovereto, 3 automezzi, azioni della società e denaro sui conti correnti della società e degli indagati.

Dopo aver ricevuto la busta paga hanno dovuto restituirla

Di fronte ad una busta paga formalmente corretta ccon uno stipendio da 1.000 a 1.800 euroi dipendenti, dopo aver ricevuto il credito, sono stati costretti a restituirne la maggior parte in contanti. In diversi casi Ai lavoratori è stato anche chiesto di trasferire denaro in Pakistan a soggetti indicati dai datori di lavoro. Nel giro di un solo anno, hanno accertato i responsabili della Guardia di Finanza, sono stati trasferiti illegalmente oltre 102.000 euro. Le persone sfruttate lavoravano per 500-700 euro al mese, 4-5 euro all’ora.

Costretti a pagare 200 euro per un posto letto

Lavoratori dovevano pagare anche 200 euro al mese per un posto letto (in un alloggio con altri 10/15 connazionali) e sono stati costretti a fare la spesa, circa 150 euro al mese, in un negozio legato ad alcuni degli indagati, che in 3 anni hanno raccolto quasii 22.000 buoni pasto elettronici, oltre 152.000 euro. Gli investigatori hanno anche riscontrato numerose violazioni delle regole sulla sicurezza e l’igiene sul lavoro.

Cgil: «Rabbia e sgomento per queste situazioni»

«Il quadro dello sfruttamento dei lavoratori pakistani che emerge dalle indagini della Guardia di Finanza Provoca rabbia e sgomento e purtroppo ci restituisce l’immagine di un Trentino dove il caporalato è una realtà con cui dobbiamo fare i conti”. Ecco cosa comunica the Cgil of Trentino in relazione alla chiusura delle indagini della Guardia di Finanza di Trento che hanno scoperto un caso di caporalato e facilitazione dell’immigrazione clandestino in un’azienda di produzione di carta in Vallagarina, gestita da pakistani che avrebbero sfruttato i loro connazionali.

“Anche questa volta le vittime erano lavoratori fragili, irregolari, bisognosi che, con il ricatto di un possibile permesso di soggiorno erano sottopagati e costretti a lavorare ore e ore – si legge in una nota -. E purtroppo questi episodi molto gravi non appartengono solo al resto del Paese, ma anche a un territorio che da anni può vantare tra i suoi punti di forza la qualità del lavoro e l’accoglienza”.

 
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