Palermo, esperti e istituzioni discutono di riforma fiscale – .

PALERMO (ITALPRESS) – Una tavola rotonda per aprire una riflessione sulla riforma fiscale in atto, con l’auspicio che metta al centro le esigenze dei cittadini: è questo l’obiettivo del convegno “I diritti del contribuente nella riforma fiscale”, organizzato dalla Camera degli avvocati tributaristi di Palermo presso la Camera di commercio di Palermo-Enna.
All’evento, che ha riunito esperti e istituzioni (sia politiche che di controllo), sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Camera degli Avvocati Tributaristi di Palermo Angelo Cuva, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, il presidente della Camera di Commercio di Palermo-Enna Alessandro Albanese, l’assessore al Bilancio del Comune di Palermo Brigida Alaimo e il comandante interregionale dell’Italia sud-occidentale della Guardia di Finanza Antonino Maggiore.
La riflessione riguarda in particolare due strumenti di nuova implementazione: da un lato l’autonomia differenziata, che evidenzia la necessità di garantire uniformità fiscale nel Paese, dall’altro l’intelligenza artificiale, in particolare per quanto riguarda la privacy dei contribuenti. Cuva spiega come “abbiamo voluto mettere al centro dell’analisi della riforma fiscale che si sta attuando i diritti del contribuente, perché crediamo che le figure centrali che devono orientare l’intera azione di riforma siano i soggetti che costituiscono il fondamento di ogni comunità: il contributo fiscale trova il suo fondamento nei diritti e negli obblighi che devono essere assolti, il parametro trasversale per valutare la riforma in atto è proprio una verifica dell’equilibrio tra l’attuazione di diritti e doveri e il potere impositivo dello Stato. Crediamo di procedere nella giusta direzione, ma la strada è lunga e la percorreremo con attenzione”.
Leo sottolinea la volontà di “cambiare il rapporto tra Fisco e contribuenti, tendendo una mano a chi vuole fare chiarezza con il Fisco ed essere collaborativo: allo stesso tempo, non bisogna abbassare la guardia nei confronti di chi tenta di frodare o adotta comportamenti illeciti particolarmente subdoli”.
Delineando poi le misure messe in atto dal governo a favore dei contribuenti, il viceministro dell’Economia spiega come “abbiamo implementato l’accordo preventivo biennale, attraverso il quale si formula una proposta per il mondo delle partite Iva. Se il contribuente accetta quel reddito avrà validità per due anni e se ci sono più redditi non verrà tassato. Inoltre, per le aziende più strutturate c’è la possibilità di presentare un Tax control framework, cioè un programma dove vengono evidenziati tutti i rischi fiscali: in quel caso non ci saranno sanzioni amministrative o penali”. Queste misure, conclude Leo, “stimolano il contribuente a dichiarare e ad agire correttamente: c’è sempre grande collaborazione da parte dell’amministrazione finanziaria”.
Albanese sottolinea l’importanza del convegno come occasione di incontro con le aziende, che “devono essere motivate dalle buone pratiche, ma anche da un’adeguata conoscenza di diritti e doveri: molto spesso i deficit finanziari non consentono di pagare puntualmente, ma questo accade per lentezza della pubblica amministrazione. Chiedo al viceministro se possiamo fare come in altri stati europei, togliendo i contributi agli investimenti dal bilancio regionale e accantonandoli: spesso vediamo molti soldi usati per problemi politici, mentre le aziende soffrono”.
Per Alaimo la questione fiscale ha visto Palermo “lavorare in sinergia con il governo nazionale per l’applicazione di misure che consentano di guardare al futuro con tranquillità: oggi il rapporto tra Comune e contribuente è sicuramente più disteso, dopo che gli errori del passato hanno comportato notevoli difficoltà”. Nel descrivere l’attività di vigilanza svolta dalla Guardia di Finanza, Maggiore sottolinea come negli ultimi anni “si sia rafforzata la collaborazione con l’Agenzia delle Entrate: si è sviluppata nel tempo una maggiore capacità investigativa per il controllo delle risorse nazionali e comunitarie, competenze specifiche con il supporto di una giurisprudenza efficace. A livello locale abbiamo stipulato numerosi protocolli d’intesa con le amministrazioni, per intervenire già sugli elementi di sospetto e agire tempestivamente sul campo”.
Anche se i numeri sul recupero delle entrate stanno migliorando, aggiunge il comandante, “mancano 83 miliardi, di cui 10 derivanti dall’evasione contributiva e 73 dall’evasione fiscale: i dati ci dicono che l’evasione è ancora troppo diffusa e serve un’azione di controllo ancora più intensa . La riforma fiscale si è già mossa per recuperare le entrate e semplificherà l’azione degli ispettori, a patto che l’analisi dei rischi sia sempre più affinata: serve un adeguato decreto ministeriale sull’uso dell’intelligenza artificiale perché sia ​​sempre garantita la privacy del contribuente” . (ITALPRESS)

Foto: xd8

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