Cavatappi irrequieto, di nuovo rotto. Un’altra “disattenzione” di White – .

Cavatappi irrequieto, di nuovo rotto. Un’altra “disattenzione” di White – .
Cavatappi irrequieto, di nuovo rotto. Un’altra “disattenzione” di White – .

CARRARA

Non c’è pace per la scultura Cavatappi Anna G di Sagevan in Piazza Alberica. Non hanno fatto nemmeno in tempo a sistemare i bracci che qualcuno già pensava fosse una buona idea per danneggiare l’opera che fa parte del Bianco Carrara. E anche questa volta è stato qualcuno a danneggiarlo per disattenzione, come nei tre casi precedenti. Il cavatappi Anna G, riproduzione in marmo del famoso cavatappi Alessi, simula il movimento di un vero cavatappi con le sue braccia ma è una scultura e non un oggetto metallico, quindi la forza utilizzata per sollevare le braccia ne fa cadere. Nel primo caso, subito dopo l’inaugurazione, si è trattato di un bambino, poi nel secondo danneggiamento qualche ora dopo da parte di un adulto. Nei giorni scorsi l’opera era stata riparata, ma ancora una volta un adulto nella notte tra venerdì e sabato, per capire come attivare il movimento, si era reciso ancora una volta un braccio. Come emerso dalle telecamere di videosorveglianza di piazza Alberica. E pensare che il curatore di Bianco, Domenico Raimondi, aveva detto al nostro giornale che Anna G sarebbe stata dotata di dispositivi di sicurezza per evitare nuove rotture. Ma non è questo il caso. Raimondi ieri è stato indisponibile tutta la giornata e quindi non è stato possibile sapere perché sul cavatappi in marmo non fossero stati posizionati i dispositivi di sicurezza. Pochi giorni fa si è rotto il tavolo in marmo e vetro ‘Gomitolo’ di Bufalini disegnato da Paolo Ulian e posizionato in Piazza Accademia. In quell’occasione era stato un padre ‘noncurante’ che aveva appoggiato la figlioletta sull’opera per scattarle una foto, mentre poco più in là qualcuno svitava volutamente parte di un elemento che compone ‘Bambù’, l’opera di Gianni Giannarelli di Logica. Mentre all’interno dell’opera esagonale di Franchi Umberto davanti al Palazzo del Principe sono stati posizionati e poi rimossi teschi umani.

In città non si parla d’altro e in molti si chiedono quale logica sia stata utilizzata per posizionare le opere, se dovessero essere più tutelate dal disattento o dall’imprudente, come le ha definite il curatore Raimondi, e se, visto il valore di i lavori, avrebbero dovuto essere monitorati dalla sicurezza. In città e sui social tutti parlano di degrado culturale, di mancanza di rispetto per la cultura e la città, ma soprattutto tutti chiedono sanzioni severe per chi ha danneggiato le opere o le danneggerà.

Alexandra Poggi

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV “Il Milan ha bisogno di gol. Zirkzee? Il Milan non è Bologna” – .
NEXT Il primo “Human Pride” a Taranto – .