«Vinco in acqua e sconfiggo il tumore» Il Tirreno – .

«Vinco in acqua e sconfiggo il tumore» Il Tirreno – .
«Vinco in acqua e sconfiggo il tumore» Il Tirreno – .

Livorno Quando si parla di donne che hanno sconfitto il tumore al seno si usa solitamente il lessico della guerra. Spesso a farlo sono anche le protagoniste, che giustamente, dopo aver superato una sfida spesso più grande della vita stessa, si sentono vincitrici di una battaglia. A usare un lessico diverso, più leggero, ma che rivendica comunque una battaglia vinta, è Simona Sottili. Lei che parla con gioia della sua esperienza, della sua “rivincita”, anche perché le ha permesso di portare a casa una medaglia d’oro da una manifestazione ad Hannover, in Germania, e soprattutto di trovare una comunità in cui riconoscersi.

Proprio mentre era in cura per ridurre l’entità della malattia, Simona si è imbattuta in un’associazione, “Le bimbe in rosa”, fondata dalla campionessa di canottaggio Ilenia Pellegrini nel 2019, a favore delle donne malate di tumore al seno. Affiliato al Canoa Club Livorno, “Le bimbe in rosa” permette alle donne malate di cancro, o che ne sono guarite, di praticare sport e allo stesso tempo sentirsi in uno spazio sicuro, per condividere esperienze. Lo sport che praticano le donne è la “Dragon boat”, un tipo di canottaggio, ma senza remi. Infatti non si allenano con le classiche canoe, ma con i “draghi”. Con le dragon-boat quindi, canoe che possono avere spazio per dodici o ventidue donne, compresi tamburino e timoniere e che sono solitamente caratterizzate dall’avere la testa di drago a prua e la coda a poppa. Le ragazze in rosa hanno poi preso parte all’evento di Hannover, dove hanno gareggiato remando con le pagaie per 250 metri. E non erano sole sul drago: rappresentavano la loro associazione, e quindi Livorno, ma hanno condiviso la cerimonia di premiazione con le altre donne presenti con loro sul drago. Cinque donne fiorentine, cinque donne viennesi e cinque donne tedesche. Anche loro, come le donne livornesi, sono convalescenti dalla battaglia contro il cancro al seno. Su dodici batterie sono state premiate le prime sei, comprese le donne livornesi. “Tutte le donne che hanno gareggiato ad Hannover sono state accomunate dall’esperienza del cancro al seno”, afferma. “Prima della gara finale, in Germania ci siamo riuniti tutti, abbiamo ballato e abbiamo creato un grande cerchio, tutti insieme. L’obiettivo di tutti noi non era vincere, ma stare insieme”. Il senso di comunità che si crea è forte: “Ad Hannover non l’abbiamo fatto perché non era un campionato, ma un evento. Alla fine degli eventi solitamente si svolge una sfilata di fiori. Entriamo in acqua e lanciamo fiori, in ricordo di quelle donne che non riuscirono a sconfiggere il cancro”, Simona si commuove, pensando che ce l’ha fatta, mentre altre sono state meno fortunate.

Simona ha scoperto di avere un cancro al seno nel 2020, mentre si preparava a festeggiare i suoi primi quarant’anni. “Era un cancro al seno di nove centimetri e mezzo. Ho vissuto abbastanza bene la scoperta e il periodo della malattia, sapevo che dovevo voltare pagina. In questo mio figlio mi ha dato un grande sostegno, così come mio marito”, racconta a se stessa l’atleta. Chi per natura cerca di non arrendersi mai, anche quando qualcuno tenderebbe a crollare. Dopo 16 cicli di chemioterapia e 24 di radioterapia il tumore si è ridotto. “Oggi sto bene, anche grazie alle vittorie sportive, che mi rendono orgoglioso. La cosa migliore è sentirsi parte di un gruppo. Ci sosteniamo tutti a vicenda”. Per Simona il canottaggio non è solo uno sport, non è solo un mezzo per riabilitare il braccio che si è mosso peggio dopo l’operazione per rimuovere il tumore: “per me significa aver trovato persone con cui posso stare bene e a mio agio” . l

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