TERAMO. Ha avuto il coraggio di denunciare il compagno che la picchiava, ma ha capito subito che quello che succede dopo di lei non è mai facile. Perché non si può che ripartire da dopo l’ennesima storia di maltrattamenti in questa Italia che non smette mai di contare le donne uccise e che non riesce mai a dare rifugio a chi fugge dalla violenza familiare. Nonostante protocolli, convenzioni, linee guida, assistenza online e tanto altro sbandierato ogni volta nei convegni e nei bilanci. È successo a una donna di Teramo che tra giovedì e venerdì si è presentata alla questura del centro dove abita per denunciare le percosse del compagno. “L’ho fatto”, ha detto, “ma ora non posso e non voglio tornare in quella casa perché ho paura”. Sono iniziati così i tempi rapidi imposti dal Codice Rosso, la denuncia alle autorità giudiziarie, l’avvio di procedure per richiedere un provvedimento di allontanamento dall’abitazione dell’uomo e la ricerca di una comunità protetta per la vittima. L’hanno cercata direttamente i carabinieri, la polizia giudiziaria e la Procura: in provincia non c’è nessun centro disponibile ad accogliere la donna che non ha parenti. La soluzione è arrivata solo fuori orario: l’ospitalità a casa di un amico con i rischi che questo comporta. Perché gli amici si conoscono, si ritrovano, offrono calore ma non certo la protezione di un rifugio segreto. Va sempre ricordato e ricordato che coloro che sono impegnati ad ogni livello nella lotta alla violenza di genere devono agire nel rispetto della Convenzione di Istanbul (la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica), ratificata dall’Italia con la legge 77/ 2013. Poiché i trattati internazionali, una volta ratificati dagli Stati, sono posti al vertice della gerarchia delle fonti giuridiche, nessuna legge ordinaria, nessun regolamento, uso, consuetudine, consuetudine o pratica può contravvenire ai loro principi: al di fuori di ogni tecnicismo ciò significa che essi sono Non sono ammessi criteri di esclusione dall’accoglienza di chi fugge dalla violenza.
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