«Il problema è stato sottovalutato» Il Tirreno – .

«Il problema è stato sottovalutato» Il Tirreno – .
«Il problema è stato sottovalutato» Il Tirreno – .

È allarme rosso in Porto di Livorno per l’entrata in vigore della modifica alla regolamentazione relativa alle piastre di prova, che rischia di avere ricadute negative per gli addetti del settore automobilistico. Molte autorizzazioni per la targa di prova sono in scadenza e al momento del rinnovo non varrà più la vecchia regola, cioè una targa di prova per ogni dipendente, ma quella appena approvata, cioè una ogni cinque. Ciò potrebbe avere ricadute molto gravi in ​​termini occupazionali in quelle aree, come il porto marittimo di Livorno, dove sono centinaia i lavoratori che movimentano auto nuove.

«Finora – spiega il segretario generale dell’ Filt Cgil Livorno, Giuseppe Gucciardo – il problema non si poneva per il semplice fatto che le aziende specializzate nell’handling delle auto avevano sufficiente disponibilità di targhe di prova, ma con l’entrata in vigore del DPR tutto cambia. Il sindacato si è mosso tempestivamente sulla questione, inviando una lettera alla Prefettura il 3 aprile, ma il problema è stato sottovalutato, visto che oggi le vecchie targhe di prova sono effettivamente scadute e quelle nuove purtroppo si possono avere in numero insufficiente rispetto a quelle attuali. . esigenze di gestione”.

Una situazione inedita e inaspettata, che rischia di avere conseguenze molto gravi in ​​termini occupazionali. “Prendiamo il caso – spiega Gucciardo – di un’azienda specializzata nella movimentazione di auto nuove che ha 40 dipendenti, di cui quattro amministrativi. Se fino a poco tempo fa quell’azienda poteva impiegare tutti i lavoratori operativi, distribuendoli su quattro pulmini e facendoli lavorare su due turni, oggi, con le nuove disposizioni, su un totale di 40 unità ci sarebbero solo otto manovratori autorizzati a spostare le auto da A a B”.

Senza considerare, poi, le ricadute sull’operatività del porto derivanti da un possibile rallentamento nella circolazione delle nuove auto. “I cantieri – prosegue il segretario della Filt Cgil di Livorno – rischiano di essere letteralmente intasati di auto nuove che non possono essere spostate per mancanza di targhe di prova. La tendenza all’integrazione della filiera eliminerebbe chiaramente anche le distorsioni del quadro normativo, favorendo quei soggetti che hanno la possibilità di trasportare direttamente le auto dalla banchina a destinazione tramite bisarche, ma non tutti hanno la capacità di farlo” .

Gucciardo pensa in particolare a Terminal Darsena Toscana Di Grimaldi: «Tdt, ad esempio, è ben organizzata ed è ben collegata all’autostrada: se ne deduce che le bisarche in partenza dal porto non devono transitare per la città, come avviene ad esempio per quelle aziende che operano sul Terminal Leonardo Da Vinci».

E poi c’è il fatto che movimentare auto nuove con le bisarche, che sono grandi camion adibiti esclusivamente al trasporto di auto, richiede notevoli capacità organizzative. “Abbiamo bisogno di piazzali – conclude Guicciardo – che restino liberi a lungo per queste esigenze e abbiamo bisogno di bravi piazzalisti che sappiano come instradare le auto in base alle aree geografiche di destinazione. Con il calo dei container, Tdt ha chiaramente spazi disponibili da utilizzare per la sosta temporanea delle auto. Altri operatori non hanno lo stesso vantaggio competitivo”. Secondo il rappresentante sindacale, bisogna quindi trovare delle soluzioni e per questo è necessario il coinvolgimento di tutte le istituzioni, a partire dall’AdSP di Mar Tirreno settentrionaleche nei giorni scorsi ha inviato una lettera al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con la richiesta di modifica del DPR.

 
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