Trieste, la città dei consoli – .

Trieste, la città dei consoli – .
Trieste, la città dei consoli – .

Viene aperto il primo consolato Trieste nel 1732 e nei successivi cinquant’anni ne vennero aperti altri:

Nazione Greca e Ottomana, Stati della Chiesa, Sovrano Ordine di Malta, Regno di Napoli e Sicilia, Regno di Danimarca, Regno di Spagna, Stati Uniti d’Olanda, Repubblica di Venezia, Regno di Francia, Regno di Malta, Impero di Russia, Regno di Gran Bretagna, Ducato di Modena, Repubblica di Genova, Repubblica di Ragusa, Regno di Sardegna, Regno di Svezia, Granducato di Toscana, Regno del Portogallo, Regno di Prussia, Ducato di Baviera, Palatinato Elettorale, Repubblica Elvetica, Sublime Porta Ottomana, Stati Uniti d’America del Nord, Repubblica Settinsulare, Regno di Sicilia, Regno di Napoli, Regno d’Italia, Impero d’Austria.

Possiamo dividere la storia del Corpo Consolare di Trieste nei seguenti periodi:

-Le rappresentanze consolari a Trieste inImpero asburgico

-Le rappresentanze consolari a Trieste Regno d’Italia

-Le rappresentanze consolari a Trieste da Dal 1940 al 1954

-Le rappresentanze consolari a Trieste Repubblica italiana

Rappresentanze consolari a Trieste dell’Impero Asburgico

I mercanti formavano, a seconda della nazione di origine, piccole comunità etnico-religiose, che necessitavano di garanzie, protezione e rappresentanza per poter commerciare in sicurezza. Era arrivato il “tempo dei consoli”. Furono proprio queste legittime esigenze, legate al commercio e al Porto, a indurre i Paesi di origine delle singole comunità a istituire delle rappresentanze consolari che, per loro stessa natura, erano chiamate a tutelare i propri iscritti, dando loro sicurezza e protezione, indispensabile per lo sviluppo delle attività mercantili, ma anche di assistenza ai comandanti delle navi e agli equipaggi del Paese rappresentato.

I consolati a Trieste nel 1700 sono espressione delle esigenze dei mercanti; significativa, quella della nazione greco-turca, proposta all’imperatore Carlo VI da un gruppo di mercanti riuniti in occasione della Fiera di Senigallia del 1732, e assunta dal capitano Liberale di Giacomo Baseo, che può essere considerato il Decano del Corpo consolare di Trieste. Il primo console nominato da Venezia fu Girolamo Marzani (decreto del 10 dicembre 1761). L’importanza del Porto Franco, come unico grande dell’Impero, attirò mercanti, imprenditori e traffici da molti paesi, ognuno dei quali aprì una propria rappresentanza consolare anche sul principio di reciprocità, come Maria Teresa, con l’ordinanza del 1758 modificata nel 1774, aveva regolamentato l’attività dei consoli austriaci nei porti d’Italia e del Levante.

I consolati dei paesi in guerra con l’Impero austro-ungarico chiusero e i consoli tornarono in patria. L’archivio, gli interessi e la tutela dei cittadini residenti a Trieste furono assunti, fino al 1918, prima dal consolato degli Stati Uniti d’America, poi in parte da quello svizzero, in parte da quello di Svezia. Durante la Prima Guerra Mondiale il Consolato Svizzero, curando anche gli interessi del Regno d’Italia, erogava per suo conto sussidi mensili agli italiani (45 corone) svolgendo un ruolo umanitario essenziale per la tutela dei cittadini rimasti senza la protezione dei propri figli. propria rappresentanza consolare.

I Rappresentanti Consolari a Trieste del Regno d’Italia

Dopo la Prima Guerra Mondiale la posizione geopolitica di Trieste cambiò e divenne uno dei tanti porti del Regno d’Italia. Di conseguenza i commerci diminuirono e molte comunità mercantili, con le loro navi e consolati, si spostarono, preferendo in alcuni casi la vicina Venezia, che riprese così il ruolo negatale dall’Austria per attribuirla a Trieste.

Il crollo della monarchia austro-ungarica e lo smembramento dell’Impero in sei stati diversi con l’innalzamento di sei confini bloccarono la circolazione dei treni e delle merci verso il porto di Trieste, privando la città della possibilità di un trasporto rapido ed economico e relegandola in una posizione marginale.

Nel 1935 a Trieste c’erano 19 consoli di carriera e 17 consoli onorari.

Nel 1939 iniziò un altro triste periodo per il Corpo consolare di Trieste, caratterizzato dalle destituzioni da parte delle Legazioni, su richiesta del Ministero degli Affari Esteri, dei consoli appartenenti alla comunità ebraica: il 27 marzo 1939 il console messicano, Paolo Gattegno , “appartenente alla razza israelita”; poi Pollitzer Andrea, proposto il 1° agosto 1937 console del Paraguay “israelita”; Ernesto Krausz, console di Svezia, “appartiene a una famiglia ebrea”. In data 6 marzo 1939 dal Ministero degli Affari Esteri alla Prefettura di Trieste: “È stato chiesto verbalmente alla Legazione svedese, in via riservata, di provvedere alla sostituzione dell’attuale Console Onorario di Svezia in questa città, Sig. Leckner, appartenente alla razza israelita”.

Rappresentanze consolari a Trieste dal 1940 al 1954

Con l’inizio della seconda guerra mondiale e la conseguente rottura delle relazioni diplomatiche con l’Italia, molti consoli abbandonarono Trieste e chiusero i loro consolati, se di carriera o, se onorari, i loro uffici. Gli ordini di chiusura giungono alla Prefettura di Trieste dal Ministero dell’Interno su disposizione del Ministero degli Affari Esteri.

Al momento della partenza o della chiusura, quasi tutte le rappresentanze affidarono i propri interessi al consolato svizzero, che ebbe un ruolo molto importante durante tutto il periodo bellico e durante gli anni del governo militare anglo-americano.

Rappresentanze consolari a Trieste della Repubblica Italiana

Trieste non è più solo una città portuale, commerciale o industriale. La città diventa sede di importanti istituzioni culturali, scientifiche e di ricerca, e assume un ruolo geopolitico e strategico.

Nella Trieste europea si ripristinano le condizioni già esistenti durante l’Impero asburgico, grazie alla rinnovata presenza di quelle “nazioni” che determinarono la ricchezza economica e culturale dell’intera città. Trieste può tornare a svolgere un ruolo da protagonista nella nuova Euroregione.

Rappresentanze consolari a Trieste

 
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