un fatturato di 45 mila euro al mese – .

E fatturato di 45 mila euro al meseuna costante richiesta di “novità” da parte di clienti e hot phone che ricevevano in media dalle 1.500 alle 2.000 richieste al mese. Questa è la dimensione del giro di prostituzione cinese scoperto e sgominato dal carabinieri of Navacchio che ha messo i sigilli two pleasure houses: one in Cascina and one in Castelfranco di Sotto.

L’indagine, denominata «Oriente», è iniziata nella primavera del 2023 dopo aver notato un intenso traffico maschile proveniente da un’abitazione di via Tosco Romagnola. I Carabinieri di Navacchio, aiutati dai colleghi della Norma di Pontedera, hanno così messo il Tour delle ragazze asiatiche: «Gli annunci online erano assolutamente espliciti – hanno spiegato in una nota i militari – con l’offerta di servizi erotici e sessuali da parte di giovani ragazze asiatiche che potevano essere raggiunte attraverso numeri telefonici pubblicati anche negli annunci».

Gli stessi investigatori hanno contattato quei numeri e hanno ricevuto risposte da donne dall’accento chiaramente orientale, che hanno specificato il tipo di prestazione sessuale che erano in grado di fornire, i relativi costi e, ovviamente, l’indirizzo della casa. «I clienti delle due case erano sempre e solo uomini, di qualsiasi età – spiegano – venivano contati, in media, 15 clienti al giorno per ogni singola casa. Il costo medio di una prestazione sessuale è risultato essere di 50 euro, con servizi “minimi” o scontati per i clienti “fedeli” fino a un minimo di 30 euro o, per richieste particolari, con costi fino a 100 euro o talvolta cifre superiori» .

Il turnover è stato documentato mediante il posizionamento di telecamere all’esterno delle abitazioni «in particolare presso i loro ingressi, che documentavano senza dubbio il notevole afflusso di clienti, tutti uomini, che vi accedevano ad ogni ora del giorno e in ogni giorno della settimana» e grazie a intercettazioni telefoniche il quadro emerso è quello di un agricoltore, responsabile anche dello sfruttamento della prostituzione, proprietario dei due immobili in cui veniva esercitata la prostituzione e che era ben consapevole dell’attività illecita condotta sulle sue proprietà. L’uomo, che aveva anche il compito di valutare le ragazze e di rispondere ai clienti che si rivolgevano a lui per sapere se fossero arrivate nuove ragazze, in alcuni casi beneficiava di sconti sui servizi.

Una donna cinese fissava appuntamenti e concordava con il potenziale cliente il costo e il tipo di servizio sessuale che poi delegava alle ragazze che in quel momento praticavano nell’appartamento. Decideva se restare o meno a casa delle ragazze ed era responsabile di mantenere i contatti con il primo sospettato e provvedeva al pagamento dell’affitto degli immobili.

Un secondo cascinese emergeva come collaboratore della padrona di casa che assisteva in ogni necessità, soprattutto quelle logistiche e quindi finalizzate a favorire la prostituzione. Spesso l’uomo, da solo o con la donna, si recava a comprare il cibo o il materiale necessario per mandare avanti la casa, in un caso acquisto Veramente 400 preservativi in ​​una volta sola. Le ragazze erano tutte di origine cinese, giovani e, per la maggior parte, provenienti dal Nord Italia, in particolare dall’area metropolitana di Milano. In media, una ragazza lavorava in casa per 10-15 giorni al massimo, se gradita, dopodiché veniva sostituita in modo da tenere alta l’attenzione dei clienti abituali, sempre tristemente alla ricerca di novità.

 
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