«La chitarra al ritmo della messa parrocchiale» – .

«La chitarra al ritmo della messa parrocchiale» – .
«La chitarra al ritmo della messa parrocchiale» – .

Giuseppe “Pino” Cesetti non aveva ancora sette anni quando il regalo della zia Oliva, un pianoforte giocattolo, rivelò la sua inclinazione per la musica. Ce lo raccontano i grandi occhi felici con cui ci guarda in una foto sbiadita del Natale del 1963. All’epoca, figlio unico di Francesco e Viola, viveva nella sua Potenza Picena. “Porto, dove giocavamo a pallone in strada. Poiché nessuno voleva mai stare in porta, mettevamo due mattoni a un passo l’uno dall’altro, e quella era la porta che dovevamo colpire per fare gol.”

Pino cresce libero e sereno, finché il padre Francesco, infermiere, non vince due concorsi: all’Ospedale Cardiologico Lancisi e all’Ospedale San Benedetto. “Lui ha scelto lanciando una monetina in aria. E mi sono ritrovato ad Ancona. Un calvario.” A Pino piace scherzare esagerando, ma questa volta la sua voce si fa seria.

Provincialismo

«Il mio orizzonte è cambiato, poi mi è sembrato in peggio». Da adolescente si iscrisse all’albo dei geometri. «Per gli anconetani vengo dalla Marcia “sporca”. Hanno snobbato il mio provincialismo, evidente dal mio modo di parlare disarmonico, a loro incomprensibile, e dall’abbigliamento inappropriato”. Nel pomeriggio preferiva restare sola a casa. «È stata la mia fortuna, la svolta: ho imparato a suonare la chitarra. Poi papà mi ha regalato un impianto stereo, il Grundig Studio 2000, da cui è nata la mia collezione di vinili”. Ma anche della sua professione. «Collegato alla radio mi sono imbattuto nella modulazione di frequenza. E su Radio Emmanuel. Amore a prima vista. Non ci ho messo molto a scoprire che quel pazzo del pioniere di Sergio Emanuele Anastasio faceva tutto da solo, nel suo studio fotografico sopra la Tenda Arancione, davanti a San Cosma. Intanto a Borgo Rodi, dove la famiglia Cesetti si era trasferita in una casa, il rapporto di Pino con Ancona era cambiato.

Il programma

«Ho suonato la chitarra alla messa “beat” della parrocchia di San Carlo, sistemata in un garage di via Montessori. E ormai mi ero fatto degli amici: gli anconetani, che mi erano sembrati ostili, cominciavano a piacermi». Con alcuni di loro, di cui ricorda ancora i nomi – Brunella Marinelli, Daniela Melappioni, Giorgio Bertini, Massimo Zenobi e Roberto Abate – aveva intenzione di registrare una cassetta, da proporre a Radio Emmanuel. “Abbiamo fatto notare a Sergio che nella sua programmazione non c’era musica per i giovani, e lui ha accettato di mandare in onda il nostro programma, che noi abbiamo chiamato Nadir, alle dieci di sera”… solo che poi si è addormentato e non ha trasmesso la cassetta.

La sfida

«Quante volte li abbiamo chiamati fingendoci ascoltatori delusi che si aspettavano di ascoltare la nostra bella musica!». Nel frattempo, da un garage a 200 metri da casa di Pino, quei due visionari Gianni Maggi e Maurizio Ascoli avevano lanciato la sfida di Radio Arancia. “Chiunque avesse avuto idee poteva accedere a quell’avventura, in anni di assoluto vuoto legislativo sulle emittenti private. Con l’amico Bertini, come tecnico, iniziai a mettere insieme per loro un programma in diretta, che chiamai PopPino. Arrossisco a ricordarlo”. Dopo la laurea e il servizio militare, Pino Cesetti lo fece per hobby, mentre faceva l’apprendista in uno studio tecnico. “Non ci misi molto a capire che fare il geometra non era la mia vocazione. E decisi di entrare in cooperativa con Gianni”. Imprenditore di sé stesso, Pino, dopo avercela fatta con la voce e la personalità da conduttore, contribuendo all’immagine dell’emittente, partecipò allo sviluppo dell’azienda, che divenne un gruppo di successo, con la nascita di Radio Fragola e l’acquisizione di Radio Conero.

«Ma non ho mai smesso di suonare con i gruppi di Ancona, prima lo Springfield Group, poi quello chiamato “Yesterday, Today and Tomorrow”. Giravamo l’Italia, sotto l’egida del nostro indimenticabile agente Giorgio Galeazzi». E fondarono, vicino all’Arco di Carola, lo Squeezoom: il primo, e per molti anni l’unico locale di Ancona, sullo stile del celebre Derby milanese. «Un gruppo editoriale, il nostro, così attraente, che Longarini ce lo propose, per una cifra a cui nessuno poteva dire di no». Pino rimase consulente, finché il suo progetto originario per San Marino RTV conquistò Sergio Zavoli, presidente della Radiotelevisione di Stato. Così si trasferì nella Repubblica del Titano, con Donatella e il figlio Pino, «quello vero». Da allora, sono passati 33 anni, la voce di Pino resta inconfondibile per i suoi affezionati ascoltatori.

© TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Leggi l’articolo completo su
Corriere Adriatico

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Trasporti pubblici, indetto sciopero di 4 ore per giovedì 18 luglio – .
NEXT Mostra del Cinema di Venezia, la storia – .