è intervenuta anche l’Ambasciata d’Italia a Tirana – .

è intervenuta anche l’Ambasciata d’Italia a Tirana – .
è intervenuta anche l’Ambasciata d’Italia a Tirana – .

Lui, l’ex compagno con cui si era trasferita la presunta vittima, un 38enne di Cremona Albaniadue anni fa è stato condannato nel suo Paese d’origine per maltrattamento nei confronti della donna (sentenza confermata in appello) e sottoposta a vari divieti di avvicinamento. Dopo una convivenza iniziata nel 2012 e terminata nel 2019, nel giugno del 2022, l’uomo, 35 anni, è tornato in Italia dopo aver trovato un lavoro stabile.

Nel frattempo la coppia aveva due figli, affidati esclusivamente alla madre. Nonostante la separazione, ha continuato a molestarla, a minacciarla, compresa la morte, e a perseguitarlaanche con il sostegno della sua famiglia. Anche a Cremona è stata presentata denuncia penale che ha portato il giudice armandare l’imputato a processo per accuse di stalkingIl suo processo si aprirà il 2 dicembre.

“Condotta molesta così violenta e aggressiva”si legge nell’atto costitutivo di parte civile firmato dall’avvocato Simona Bracchi, “anche l’intervento dell’Ambasciata italiana a Tirana era giustificato”visti i numerosi ordini di protezione emessi dalle autorità giudiziarie albanesi a favore della donna. L’avvocato della 38enne ha chiesto un compenso non inferiore a 50mila euro “per i danni ancora permanenti”.

In Italia, nemmeno l’ammonizione emessa il 21 febbraio 2022 dal questore di Cremona avrebbe fermato l’albanese, che avrebbe continuato a commettere frequenti molestie e atti di bullismo nei confronti dell’ex compagno. Il 1° febbraio 2022, appena uscita di casa, la donna aveva trovato il la sua gomma della macchina si è tagliata e sputando sulla carrozzeria; l’8 febbraio sarebbe stato pedinato mentre accompagnava i figli a scuola, e lo stesso giorno l’uomo avrebbe seguito la madre in un parco mentre lei era in compagnia dei due nipoti. In quel momento avrebbe osservato i suoi figli, entrambi minorenni, con tale insistenza da far paura la figlia di 10 anni, che aveva iniziato a urlarechiedendo che la nonna fosse portata via.

Le molestie subite dalla presunta vittima anche quando si trovava in Albania, come evidenziato nel relazione di due psicologiavrebbe causato alla donna a significativo stato di ansiaUna versione dei fatti, quella della presunta vittima, confermata dai racconti dei genitori che in più occasioni hanno assistito ai comportamenti oppressivi e minacciosi tenuti dall’imputata, assistita al processo dagli avvocati Anila Halili e Fabio Galli.

Sara Pizzorni

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