Gli agenti di polizia delle carceri lombarde sono letteralmente esasperati, esausti e demotivati, a svolgere il loro mandato istituzionale in condizioni di assoluta precarietà e insicurezza, a gestire centinaia di detenuti, occupando più posizioni di servizio, rilevando un carico di lavoro maggiore di responsabilità ma anche di stress lavorativo e psicofisico. Ogni giorno, in queste condizioni, temono per la loro incolumità fisica e dalle numerose aggressioni che hanno costretto diverse decine di agenti di polizia a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso, ricevendo numerosi giorni di prognosi che costituiscono ulteriore assenza dal servizio degli infelici aggrediti. Anche i servizi di traduzione dei detenuti dagli Istituti ad altre sedi, per la gravissima carenza di personale, vengono svolti sotto scorta, compromettendo la sicurezza del servizio stesso.
I problemi sopra descritti sono destinati inevitabilmente ad aggravarsi con l’avvicinarsi delle vacanze estive e quindi con l’ulteriore riduzione degli agenti di polizia presenti all’interno delle unità di detenzione, già ridotte al minimo indispensabile.
È deplorevole dover evidenziare una forma di inerzia da parte della politica ma soprattutto dell’Amministrazione Penitenziaria Regionale nel non aver adottato misure serie e urgenti per garantire che in Lombardia siano create le condizioni minime e accettabili di lavoro e di sicurezza all’interno di tutti gli Istituti Penitenziari per adulti e minori e quindi alleviare il più possibile i numerosi disagi degli operatori di polizia e migliorare anche le condizioni di detenzione dei detenuti che, per estensione, si ripercuotono negativamente sul personale. Le suddette condizioni in cui versano oggi gli Istituti Penitenziari lombardi hanno indotto tutte le Organizzazioni Sindacali a prendere duramente posizione nei confronti dell’Amministrazione per aver “abbandonato” al loro destino le sorti delle carceri lombarde proclamando lo stato di agitazione.