“Italia, Barella non basta. Chi è il leader in questo momento?” – .

“Italia, Barella non basta. Chi è il leader in questo momento?” – .
“Italia, Barella non basta. Chi è il leader in questo momento?” – .

Il ct rumeno, da tempo impegnato in Italia, commenta la deludente eliminazione degli azzurri da Euro 2024

Mircea Lucescu, storico allenatore rumeno con un passato anche alla guida dell’Inter, ha parlato ai microfoni di Tutti gli sport dei tanti problemi dell’Italia: “Da anni è in atto un cambio generazionale. Se provi a fare una squadra senza nomi o giocatori esperti, l’allenatore non può cambiare nulla. Non è bastata la vittoria all’Europeo di tre anni fa per dare slancio, servono giocatori con personalità. L’Italia è sempre stata piuttosto conservatrice nel tenere certi gruppi, i giocatori sono rimasti in azzurro per troppo tempo negli ultimi anni. Non mi riferisco a Chiellini o Bonucci, ma ad altri, che andavano cambiati prima“.

Ciò che manca è più la mentalità, la leadership o il gioco offensivo?

Chi è il leader in questo momento? Barella? Beh, con tutto il rispetto per lui, ma non basta. Servono 4-5 giocatori di qualità ed esperienza attorno ai quali costruire il gruppo. L’Italia non è riuscita a farlo negli ultimi anni. Squadre come Romania e Ucraina ci sono riuscite, ma l’Italia no. Perché?“.

Eppure ci sono dei buoni giovani giocatori, altrimenti non vinceresti i campionati in modo così netto come nell’ultimo Under 17…

Ecco, il problema è proprio qui. Io ho sempre fatto giocare i giovani bravi, ho fatto esordire Pirlo in Serie A quando aveva appena compiuto 16 anni due giorni prima. La fascia d’età dai 17 ai 21 anni è la più delicata per un giocatore: è in quel momento che cresce, esplode e diventa un campione o sparisce. In Italia li mandano, quando le cose vanno bene, in Serie B o C e li lasciano lì per qualche anno, ma così facendo si adattano al livello e quando vengono finalmente portati in Serie A si scontrano con giocatori già maturi senza aver acquisito le giuste competenze“.

Quindi dovremmo farli giocare in Serie A tra i 17 e i 21 anni?

Se sono bravi, perché no? Non ci vogliono anni per consacrare un talento. Qualcuno deve assumersi la responsabilità di farli giocare“.

 
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