«Adesso serve qualità» – .

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«Adesso serve qualità» – .

BARI – “Il Bari deve tornare a comportarsi come il suo blasone: un altro anno di sofferenza non sarebbe tollerabile per un posto così speciale”. Lorenzo Amoruso spera di tornare a emozionarsi per la squadra del suo cuore. Cresciuto nel settore giovanile biancorosso, l’ex difensore (oggi opinionista popolare) vanta 75 presenze e otto gol con i Galletti (dal 1988 al ’95), con una promozione in Serie A nel 1994 e una brillante salvezza in massima divisione la stagione successiva. Poi due scudetti alla Fiorentina, sei al Glasgow Rangers (di cui è stato il primo capitano dei Cattolici), tre al Blackburn, per poi chiudere la carriera a San Marino con i Cosmos.

Lorenzo Amoruso: Come vedi la ripartenza del Bari dopo la salvezza conquistata nei playout?

“L’aspetto da sottolineare riguarda le parole del presidente Luigi De Laurentiis. Non è mai facile prendere le distanze dalle posizioni di un capogruppo, a maggior ragione se si tratta del presidente del Napoli. Lui lo ha fatto in modo chiaro e mi è sembrato davvero genuino. Il Bari non è la seconda squadra di nessuno e merita un futuro roseo. Ipotesi disastrose come un altro fallimento, come ipotizzato da Aurelio De Laurentiis nella famosa audizione al Senato, o immaginare che non ci siano investitori interessati al club ne offuscano le prospettive. La società, però, deve continuare a crescere sia nella struttura sia nei risultati. Solo così sarà possibile trovare un acquirente forte che soddisfi le legittime aspirazioni della città. Ecco, la prima premessa doveva essere quella di riaffermare l’autonomia del Bari e le sue ambizioni. Ora c’è da sperare che al sentito discorso del presidente seguano i fatti”.

Magalini e Longo rappresentano il nuovo corso a livello tecnico: cosa ne pensate?

“Magalini è un esperto, ha fatto una gavetta dura, ha lavorato in contesti diversi, sa come muoversi anche in situazioni difficili. Ha la maturità e l’esperienza per affrontare con equilibrio una squadra esigente. Longo è un allenatore emergente, un uomo che mi sembra geniale anche per l’approccio comunicativo: un aspetto fondamentale oggi perché arrivare alle nuove generazioni non è facile. Le scelte sono comprensibili, ma ora serve la parte più importante: i giocatori”.

A questo proposito, il mercato è iniziato ufficialmente ieri, ma il Bari non ha annunciato acquisti. Temete nuovi ritardi nella costruzione della squadra?

“I tempi sono relativi, molti club di B sono in fase organizzativa. L’aspetto fondamentale, invece, è trovare i profili giusti. Persone funzionali a un certo modo di giocare innanzitutto, ma anche elementi che costituiscano una garanzia in B. Perché l’ultimo torneo deve essere una lezione da non dimenticare: senza giocatori capaci di fare la differenza, alla fine si lotta per non retrocedere. E da questo punto di vista il Bari ha bisogno di tante certezze, in tutti i reparti. I ruoli chiave sono scoperti: un portiere sicuro, difensori forti fisicamente, centrocampisti dinamici in entrambe le fasi e attaccanti dal gol sicuro. Ecco, queste caratteristiche non le vedo nella rosa attuale. Ma se Magalini ha parlato di 12 giocatori in arrivo, cercherà sicuramente queste qualità”.

Sarà allora necessaria una rivoluzione?

“No, sono contrario per principio a stravolgimenti radicali. Il Bari ha bisogno di qualità, è vero. E anche di quantità in termini di numeri. Ma non significa spazzare via tutto a prescindere. Bisogna trovare un nucleo che rappresenti continuità. Persone come Vicari, Ricci, Maita, Maiello, Benali meritavano di essere confermate nel complesso, così come era giusto riscattare Sibilli che è stato decisivo nell’ultimo torneo. Magari qualcun altro si rivelerà utile: valutare il materiale che hai a disposizione è d’obbligo. Poi è ovvio che puoi cambiare anche più del previsto se non vedi la scintilla giusta negli attuali giocatori sotto contratto”.

A cosa si riferisce nello specifico?

“Alla ferocia, alla fame, alle motivazioni incrollabili. Di Cesare ha detto bene: stavolta bisogna fermarsi e ripartire sul serio. Alibi come la finale playoff persa o le delusioni della scorsa stagione non devono esistere. Chi è a Bari è fortunato: indossa una maglia gloriosa e gioca davanti a una tifoseria speciale. Tutto il resto non conta”.

Sì, i tifosi… dovremo riconquistarli.

“Cito la mia esperienza: quando siamo andati in Serie A abbiamo iniziato la stagione con molti ragazzi che venivano dalla Serie C e noi arrivavamo da un torneo deludente. I risultati hanno riportato la grande folla al San Nicola. Il Bari è sempre pronto a dare il cuore se vede programmazione e amore per la maglia.”

Quale Serie B immagini?

“Sarà un campionato avvincente, forse più equilibrato rispetto al passato visto che in Serie A ci sono ora alcune ricche proprietà straniere come Parma, Como e Venezia. Ma ci sono Palermo e Cremonese che ci riproveranno, Sassuolo e Frosinone che sanno giocare a calcio e le inevitabili sorprese. Il Bari dovrà restare nel girone delle migliori, giocando fino alla fine per l’obiettivo massimo: su questo non si scende a compromessi”.

 
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