uccisi con 15 colpi di pistola a Corviale. Si nascondevano in un B&B a Casaletto – .

uccisi con 15 colpi di pistola a Corviale. Si nascondevano in un B&B a Casaletto – .
uccisi con 15 colpi di pistola a Corviale. Si nascondevano in un B&B a Casaletto – .

Ieri sera in via di villa Zingone, blitz dei carabinieri Gis e dei Nocs della polizia in un miniappartamento di un B&B dove si nascondeva un malvivente di Trullo. Hanno operato il Nucleo Investigativo di via In Selci e la Squadra Mobile. Il soggetto è stato assicurato alla giustizia insieme a un complice. Da quanto trapelato, l’arrestato avrebbe preso parte a due degli ultimi fatti di sangue avvenuti nella Capitale che hanno lasciato una vittima sull’asfalto.

L’omicidio di Cristiano Molè

Secondo le indagini, infatti, i due italiani avrebbero preso parte di recente alla sparatoria di Massimiliano Pacchiarotti a Corviale e prima di uccidere Talpa Cristiana trovandosi, la sera del 13 gennaio, a bordo della Fiat Panda dalla quale vennero esplosi non meno di 16 colpi di pistola calibro 9×21.

Le due vittime si conoscevano e, in base alle prove, l’omicidio iniziale e la successiva sparatoria alle gambe erano collegati.

Cristiano Molè era appena rientrato a casa, era in auto con un amico, 30 anni, scampato miracolosamente all’agguato perché seduto al posto del passeggero. La Fiat si è accostata al lato guida e sono partiti dei colpi di pistola dall’interno, ferendo mortalmente il 33enne mentre era ancora seduto al posto di guida, mentre l’amico è riuscito ad aprire la portiera e a scappare, pur riportando leggere ferite. Molè, italiano, con una lunga fedina penale per reati legati alla droga, era noto nell'”ambiente” per aggressioni, anche brutali, nel recupero crediti. Aveva alle spalle anche un provvedimento di allontanamento dopo le violenze nei confronti dell’ex compagna, che però alla fine lo aveva “perdonato” ritirando la denuncia presentata. In auto, dopo l’agguato mortale, i carabinieri hanno recuperato due cellulari della vittima.

L’inchiesta, coordinata dal sostituto della DDA Mario Palazzi, aveva escluso fin dall’inizio moventi familiari. L’omicidio con una raffica di 16 proiettili è maturato in ambito malavitoso e probabilmente, pur essendo “un pesciolino”, Molè deve aver fatto un passo di troppo, magari comunque coinvolto da altri. L’uomo nel 2014 era stato colpito a una gamba mentre usciva da un bar di via Bravetta, poi era finito sotto accusa per aggressione, rapina, spaccio e maltrattamenti.

Pacchiarotti si spara alla gamba

Il 56enne Massimiliano Pacchiarotti, invece, conosciuto a Corviale con il soprannome “er porpetta”, è stato ferito a metà maggio da tre uomini che lo avevano colpito mentre stava rientrando a casa. In casa con lui c’era anche la moglie. Ferito alle gambe e poi trasportato all’ospedale San Camillo, era già noto per le sue frequentazioni e i suoi trascorsi ma soprattutto per amicizia con MolèTanto che, in seguito all’omicidio del 33enne, Pacchiarotti ha scritto sul suo profilo social, un post dedicato alla vittima: «Amore zio riposa in pace, rimarrai per sempre nel mio cuore».

Le ricerche

Prima dei due arresti, Carabinieri e Polizia avevano eseguito nei giorni scorsi diverse perquisizioni riconducibili agli odierni indagati, in locali, scantinati, cantine, garage e appartamenti che avevano portato alla luce un vero e proprio arsenale. Sono state infatti recuperate due pistole “Beretta” (modello Gardone calibro 7,65 e modello 92x calibro 9×21), una pistola Tanfoglio Force calibro 9×21, un fucile a canne mozze, un mitra Uzi. Un centinaio di cartucce calibro 9×21 e ulteriori cartucce di altri calibri. Tutte le armi presentavano la matricola cancellata.

 
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