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Misteri di omicidi nelle cassette della posta, ma li fanno sparire tutti – .

Misteri di omicidi nelle cassette della posta, ma li fanno sparire tutti – .
Misteri di omicidi nelle cassette della posta, ma li fanno sparire tutti – .

Ferrara, 2 luglio 2024 – Gli enigmatici personaggi di Carlo Selvaggio è nato a sarto Rodrigo Turollasaranno i protagonisti della sesta puntata del podcast ‘Willy Branchi, l’ultima verità‘, disponibile da oggi sui nostri canali online e sulle principali piattaforme digitali, da Youtube e Spotify. La puntata inizierà proprio con Turollamessa in gioco nel 2014 dall’ex parroco di Goro, nella telefonata al nostro giornale che ha riaperto le indagini sull’omicidio Branchi. Turolla, in una registrazione mai ascoltata prima, racconterà come il giorno dopo il delitto, trovò un misterioso cappio sul suo garage che dava su via Buozzi, dove sarebbe avvenuto l’omicidio la prima parte dell’attacco di Willy. Ma dirà molto di più. La seconda parte della puntata è dedicata a Selvatico, ex banditore, indagato per complicità nell’omicidio.

Il nome Di Willy Branchi36 anni dopo il suo omicidio barbarocausa ancora un enorme fastidio ad alcune persone benpensanti. E se il 27 marzo, il giorno dopo l’installazione del bouquet postali con la faccia grande del diciottenne che ancora oggi chiede la verità, vi abbiamo raccontato la scomparsa di uno dei quattro, oggi siamo costretti a fare lo stesso dopo il secondo, raid vergognoso e molto triste.

Se a marzo fosse stata la volta di Beach Volanoora il foro mancante è quello installato a Lido delle Nazioniin linea d’aria sul lato opposto della pineta che collega i due luoghi. “Un episodio gravissimo – aggredisce l’investigatore privato, Davide Tuzziche li aveva messi tre mesi fa –, quel piccolo foro era attaccato con 4-5 fascette molto resistenti e nastro adesivo che lo legava ancora di più al palo. È stato manomesso e rimosso a tutti gli effetti. Un atto che, oltre a lasciare un sapore amaro in bocca, fa davvero riflettere”.

Pronti, via, via e non c’era nemmeno il tempo per annunciare l’installazione delle cassette postali – dove gli informatori sono invitati a lasciare informazioni utili agli inquirenti, anche in forma anonima, e a cercare di risalire alla persona che ha scritto la lettera nel 2015 considerata “fondamentale” dai Carabinieri e dalla Procura e che fornisce una serie di particolari sull’ultimo indagato per l’omicidio Branchi –, che uno di loro è stato fatto sparire. Il lampione, attorno al quale era stato posizionato il 25 marzo, proprio all’ingresso della pineta di Lido Volano, si è trovato nudo. “Evidentemente – ha tuonato l’avvocato Simone Bianchi, per la famiglia Branchi – abbiamo toccato un tasto dolente nonostante siano trascorsi 36 anni (l’omicidio è avvenuto la notte tra il 29 e il 30 settembre 1988Pensare che l’immagine di Willy possa generare preoccupazione in qualcuno è paradossale. Ripristineremo un nuovo buco nello stesso posto, non ci fermeremo”.

Ogni luogo scelto per le buche non è stato casuale. Goro, prima di tutto, il paese di Willy e dove il suo corpo senza vita è stato trovato nudo. Oca Marina, frazione veneta tenuta d’occhio da tempo dai carabinieri e dal procuratore Andrea Maggioni e dove risiede il principale indiziato dell’omicidio (tre indagati, ndr), lo stesso che viene alla luce nella lettera anonima consegnata nel 2015 al fratello di Willy, Luca. Poi le spiagge delle Nazioni e di Volano, agli ingressi della pineta che le collega.

Ed è proprio lungo Viale del Lago, in Nazionia che ora anche il secondo è scomparsoPineta che significa anche e soprattutto luogo di incontri, in gran segreto e lontano da occhi indiscreti, a sfondo sessuale. «E ora – continua Tuzzi – questi si sono quintuplicati, è un continuo via vai di auto». Proprio da quel luogo, in passato, sono emerse alcune informazioni collegate in qualche modo all’omicidio di Willy. «Certo che non un posto casualeun punto strategico per noi”. Ma chi può aver commesso quel gesto? Semplicemente un atto vandalico o qualcosa di molto più grave? “Forse qualcuno che si era accorto che dentro c’era una lettera – ipotizza Tuzzi – e non voleva che venisse alla luce? Molto spesso scendo a controllare se hanno bisogno di manutenzionedi nuove fascette, e da qualche giorno quella del Lido Nazioni è al suo posto. Se fosse stato un atto vandalico, credo sarebbe stato lasciato sul posto, forse distrutti ma non fatti sparire”. Spetterà agli inquirenti fare luce sulla vicenda, e l’autore – o gli autori – potrebbero correre gravi rischi. Tradotto: un’accusa gravissima.

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