L’area della Basilicata Meridionale è Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO – .

L’area della Basilicata Meridionale è Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO – .
L’area della Basilicata Meridionale è Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO – .

Roma, 21 mar. (askanews) – Il GAL “La Cittadella del Sapere” – organismo costituito da un partenariato pubblico e privato – www.lacittadelladelsapere.it/wp/il-gal, che aderisce al partenariato europeo Elard, rappresentando Italia – con il suo presidente Franco Muscolino e con l’intero Consiglio di Amministrazione, insieme al direttore generale Nicola Timpone si uniscono il giornalista Biagio Maimone, originario di Maratea e fondatore del sito “Progetto di Vita per il Sud” – www.progettodivitasud.it – di chiedere al direttore dell’Unesco Audrey Azoulay di riconoscere all’Area Meridionale della Regione Basilicata, che comprende 27 comuni, il Parco del Pollino e il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese, il titolo di Patrimonio dell’Umanità Sito, considerata l’esistenza di tutti i presupposti per essere destinatario.“Pochi mesi fa il giornalista Maimone, con un accorato e vibrante appello di tenerezza e poesia, ha chiesto al Direttore dell’Unesco di assegnare alla Città di Maratea, da lui definita ‘La Cittadella Verde’, il titolo di Patrimonio dell’Umanità Umanità. Maimone – si spiega – ritiene necessario, insieme all’organizzazione del Gal ‘La Cittadella del Sapere’, estendere la richiesta del titolo di Patrimonio dell’Umanità all’Area Meridionale della Regione Basilicata, in quanto ricca di acque , natura e tradizione , cultura e bellezze paesaggistiche. Abbandonato, trascurato e sconosciuto, ha tuttavia un suo fascino particolare, che si manifesta nei suoi paesaggi, nelle infinite chiese, nei piccoli borghi, nelle meravigliose valli incontaminate, dove vivono contadini dediti al pascolo, da cui traggono sostegno e economia”. “La storia e la tradizione della Basilicata sono poco conosciute, per essere una regione dove regna il silenzio, che ne fa una terra che tace sulla sua ricchezza. Cantante e allegra fin dove le sue valli sono percorse da ruscelli veloci e borbottanti la melodia della natura, che non sembra mai appassire, ma risplende sempre di luce e di verde, non toccata dal passare delle stagioni. Potrebbe fare molti soldi in termini turistici e anche economici per le sue energie inutilizzate e potrebbe diventare il motore trainante dell’intero Sud Italia e anche dell’intera nazione italiana. Occorre infatti tenere conto anche del patrimonio costituito dalle sue abbondanti acque, che certamente non saranno soggette a siccità, proprio perché incastonate in vallate rigogliose e tali da proteggerne il rapido e radioso scorrere”.
“La cultura verde di quest’area della Regione Basilicata va valorizzata per metterla a disposizione di altre Regioni italiane, che potrebbero subire i danni causati dal degrado dell’ecosistema. E per quanto riguarda il turismo? Parte dei fondi del Recovery Fund, in Basilicata, dovrebbero essere utilizzati per realizzare strade, infrastrutture, collegamenti, in modo da renderla facilmente fruibile e poter incentivare quel turismo, sicuramente da valorizzare, che apprezza la natura e i paesaggi incontaminati , che appartengono alla Basilicata, la cui bellezza è sconosciuta agli amanti della natura, visto anche il degrado dell’ecosistema, che sembra non toccare questo angolo di universo, ancora incontaminato”. “Occorre investire per dare vita a una nuova forma di turismo, oggi di natura vitale, come una destinazione che permetta di godere della purezza delle acque, della natura, delle valli, degli alberi sempreverdi, che sono verdi “strumenti naturali” per rigenerare il corpo e lo spirito in un universo sempre più inquinato e, quindi, malato. È necessario far scoprire agli italiani e ai turisti di tutto il mondo la Basilicata, che per le sue qualità naturali e ambientali si distingue da qualsiasi altra regione italiana”.
L’Area Sud della Regione Basilicata rappresenta, secondo il Gal e secondo Maimone, “un territorio su cui è necessario investire per far vivere il bello, il buono, il sano, il verde del bucolico natura, per poter creare un turismo alternativo ad altre forme di turismo, più caotico e frenetico, meno attento alla salute dei turisti”.

 
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