Perché Eminem ucciderà Slim Shady, il suo alter ego biondo e malvagio – .

Perché Eminem ucciderà Slim Shady, il suo alter ego biondo e malvagio – .
Perché Eminem ucciderà Slim Shady, il suo alter ego biondo e malvagio – .

Misoginia, omofobia, razzismo. Slim Shady, l’alter ego biondo platino di Eminem, ha detto tutto ciò che di brutto e politicamente scorretto si potesse dire nel corso degli anni. Il gemello malvagio di Marshall Bruce Mathers III ha suscitato feroci polemiche per le sue rime anti-donne – in pezzi come Kim O Ucciderti – o per quelli contro gli omosessuali in Il vero magro ombroso. “A volte penso che quello che direbbe il vecchio me se vedesse come sono le cose oggi, probabilmente direbbe che qui è tutto gay”, canta Eminem nel suo singolo appena uscito Houdini. Probabilmente sarebbe anche una delle cose più gentili che direbbe. Ma la società attuale non è certo il motivo per cui Marshall Mathers ha deciso di uccidere Slim Shady sul nuovo album La morte di Slim Shady (Coup de Grâce), che uscirà quest’estate. Piuttosto, potremmo parlare di un coup de théâtre, l’epilogo perfetto di una maschera artistica che ha contribuito a rendere Eminem uno dei rapper più famosi di tutti i tempi. Questo, infatti, potrebbe davvero essere il suo ultimo album, un finale meraviglioso per un artista che è riuscito a dividere tutti. Sì, perché Eminem era troppo bianco per i neri (e i puristi del rap), troppo nero per i bianchi. Chi lo odiava lo odiava davvero, come Benzino che lo definì addirittura l’Hitler del rap.

Eminem con i capelli biondo platino, tratto distintivo del suo alter ego Slim Shady

Houdini, perché Eminem uccide Slim Shady

La morte di Slim Shady si tratterà molto probabilmente di un omicidio in grande stile, a giudicare dalle rime di Houdini, il famoso mago originario di Detroit (proprio come Eminem) noto per la sua abilità nel creare illusioni ed eseguire trucchi apparentemente impossibili. Il brano, grazie al tocco del collaboratore di lunga data Jeff Bass dei Bass Brothers, rivisita il sound dei primi anni 2000. E ovviamente cita il leggendario slogan «Indovina chi è tornato?». Il videoclip diretto da Rich Lee è un omaggio al successo del 2002 Senza di me e contiene cameo di 50 Cent, Dr. Dre, Snoop Dogg, Pete Davidson, Mr. Porter, Royce Da 5’9, il comico di The Alchemist Shane Gillis e persino il manager dell’artista Paul Rosenberg.

Il singolo è stato anticipato dal rapper sui suoi social pubblicando un video che lo mostra in una chiamata FaceTime con il mago David Blaine. Alla fine del video, Eminem chiede a Blaine fino a che punto possono spingersi con la magia, esprimendo il desiderio di fare qualcosa di speciale, annunciando così l’uscita della canzone: «Il mio ultimo trucco, fai scomparire la mia carriera». Una carriera davvero gigantesca. Il quotidiano americano Rolling Stone ha infatti inserito il rapper “tra i 100 migliori artisti musicali di tutti i tempi” e tra “i 100 migliori autori di tutti i tempi”. Undici gli album pubblicati, oltre 220 milioni di copie acquistate nel mondo (è cioè tra quelli che hanno venduto di più). Negli Stati Uniti ha ottenuto cinquanta dischi di platino e dieci album al numero uno delle classifiche. E non è tutto. Ha vinto quindici Grammy Awards, otto American Music Awards, diciassette Billboard Music Awards e persino un Academy Award per 8 miglia. Nel novembre 2022 è stato inserito nella «Rock and Roll Hall of Fame».

Eminem al matrimonio di sua figlia Hailie Jade Scot

La carriera di Eminem, l’ultimo pioniere bianco del rap

Ma cosa ancora più importante, Eminen ha influenzato intere generazioni di ragazzi e artisti. La sua musica non è solo una denuncia sociale che scava nel cuore dell’America, ma è anche un grido di liberazione, una forma di satira e ribellione. Il suo tentativo di emergere sulla scena musicale negli anni ’90 fu fortemente influenzato dall’ascesa dei Vanilla Ice, il cui fulmineo successo con Ghiaccio, ghiaccio, bambino ha messo in ombra molti aspiranti rapper bianchi dell’epoca. Ma Vanilla Ice era percepito come un prodotto fabbricato, non genuino. Al contrario, al ragazzo cresciuto nei bassifondi di Detroit con la passione per l’hip hop non mancava l’autenticità. E questa era la sua forza. Riuscì così ad affermarsi in un genere dominato dai neri, dove fu più volte accusato di appropriazione culturale. Le sue rime taglienti e il suo ritmo hanno fatto il resto. Il professor Anthony Kwame Harrison, un sociologo specializzato in hip-hop, ha elogiato le capacità di Eminem, affermando che “il suo eccezionale talento per le rime e la scrittura di canzoni lo ha reso l’ultimo pioniere del rap bianco”. E se è davvero giunto il momento che Marshall Bruce Mathers uccida l’irriverente e spietato Slim Shady, siamo certi che sarà una battaglia dalle rime taglienti come coltelli.

 
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