tre ore e un quarto di sogno ad occhi aperti con la regina del pop – .

tre ore e un quarto di sogno ad occhi aperti con la regina del pop – .
tre ore e un quarto di sogno ad occhi aperti con la regina del pop – .

Quest’anno nelNell’agenda dei concerti del Meazza ci sono sette grandi protagonisti, ma solo una regina. Taylor Swift. Partito quindici mesi fa dallo State Farm Stadium di Glendale, in Arizona, infatti, “The Eras Tour” riporta l’eroina della Pennsylvania in Milano, 13 e 14 luglio, tredici anni dopo quella puntata al Forum che è rimasta finora la sua unica diretta italiana. Era la volta dello “Speak Now Tour” e lei – apparsa solo quattro mesi prima negli studi di X-Factor per promuovere “Mine” davanti alle telecamere di Rai2 – si è affacciata al pubblico di Assago non ancora coperto di gloria per il cascata di platini e ori con cui avrebbero avuto successi mondiali come “We are never never getting back Together”, “Shake it off”, “Blank space”, “Style”, “Wildest Dreams”, “I don’t Want” ha inondato anche lei. vivi per sempre” con l’ex One Direction Zayn, “Guarda cosa mi fai fare”, “Anti-Hero”, “Cruel summer” e tutti gli altri.

Tanto che all’epoca lo spettacolo di Taylor comprendeva tredici pezzi, mentree oggi sono quarantacinque per un concerto di tre ore e un quarto. Il tutto senza interruzioni (o quasi), suggerendo, dopo quasi cento spettacoli, una resistenza fisica, mentale ed emotiva apparentemente infinita. Insomma, un kolossal da stadio che racconta il suo album dopo album (o, se volete, stagione dopo stagione) un po’ come la mostra che il Museum of Arts and Design di New York le dedicava fino a due mesi fa per cavalcarla clamore di questo tour mondiale accresciuto in autunno dall’arrivo nelle sale del film-concerto di Sam Wrench “Taylor Swift: The Eras Tour” girato sugli spalti del SoFi Stadium di Inglewood, Los Angeles. Diviso in dieci atti, uno in meno dei capitoli di una discografia lanciata dalla Swift nel 2006 con l’album che porta il suo nome (l’unico assente dal repertorio dopo la maratona), l’Eras ​​Tour si avvale delle coreografie di Mandy Moore, consigliato alla cantautrice americana dall’amica Emma Stone, con cui avevano avuto modo di lavorare insieme sul set di “La la land”.

Tra gli album più presente in concerto “Midnights” e l’ultimo “Il reparto dei poeti torturati”, che includono sette canzoni ciascuno nella scaletta. Taylor sarebbe dovuta tornare in tournée già nel 2020 per dare un’esibizione dal vivo all’album “Lover”, ma la pandemia ha poi bloccato tutto. E quando la macchina riprese a muoversi, il suo bagaglio artistico si era nel frattempo arricchito di altri tre album, “Folklore”, “Evermore” e “Midnights”, oltre alle ri-registrazioni di “Fearless”, “Red”, “ Speak adesso” e “1989”. L’arrivo, due mesi fa, de “Il reparto dei poeti torturati” ha rimescolato ulteriormente le carte, cambiando ancora una volta la fisionomia dello spettacolo. Ma al pubblico è piaciuto e continua a piacere, se è vero che ci sono voluti dieci mesi perché Eras diventasse il tour di maggior incasso della storia, riuscendo nell’impresa, con bilanci alla mano, di lasciarsi alle spalle così tanto “Farewell Brick Road ” di Elton John e “Music of the Spheres” dei Coldplay.

 
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