Sarà il folk puro ad aprire la rassegna musicale estiva al Giardino Scotto. Il primo appuntamento, domani alle 19, sarà incentrato sul concerto dei Folkstone (https://mc2live.it/artista/folkstone/), la band di nove elementi che scatenerà il pubblico con i propri successi, tra strumenti antichi come cornamuse, arpa, flauti, bouzuki e ghironda con una base rock metal. Vent’anni di carriera e la voglia di ripercorrere le tappe della propria storia musicale attraverso l’uscita, il 22 giugno, di un vinile pubblicato solo in versione fisica, “Racconti da Taberna” e una serie di esibizioni live che, da Pisa, si snoderanno in tutta Italia nel corso dell’estate. La voce del gruppo Lorenzo Marchesi ci racconta la genesi del loro successo.
Come definiresti la tua musica con un solo aggettivo?
“Direi esplosivo. Mi sembra il modo più appropriato per descrivere l’insieme di suoni e sinergie musicali che si creano sul palco, è un mix di elementi esplosivi”.
Il tuo album appena uscito è pubblicato solo “fisicamente”, su vinile, come si faceva in passato. Perché questa scelta?
“È un omaggio a chi viene a vederci dal vivo, una scelta precisa, abbiamo voluto raccogliere tutti i pezzi significativi della nostra carriera, affinché chi sceglie di assistere ad uno spettacolo dal vivo abbia un riconoscimento speciale”. Quanto sei cambiato dall’inizio del 2004?
“Molto. E credo che sia una cosa positiva, chi non cambia si ripete. Noi ci siamo evoluti, nella musica, nel modo di scrivere i testi, nei temi che trattiamo, non vogliamo mai diventare una fotocopia di noi stessi”.
Come riesci a mantenere l’armonia tra tutti i nove membri del gruppo per vent’anni?
“È un atto di equilibrio, come in una famiglia bisogna definire i ruoli, avere pazienza e compensarsi a vicenda.”
Cosa vorresti che dicesse il pubblico che ha assistito a uno dei tuoi concerti?
“Che si emozionasse, che noi potessimo trasmettergli passione, questo è il nostro obiettivo. La musica deve commuovere, deve dare qualcosa che passi da noi al pubblico, è il motivo per cui suoniamo, se non riesci a commuovere la gente la musica perde il suo significato”.
Alessandra Alderigi
