Cristiano Iovino aggredito da 6 persone, spedizione punitiva o lite? Perché l’uomo del bar di Ilary Blasi (e capo di Totti) non ha denunciato

Cristiano Iovino aggredito da 6 persone, spedizione punitiva o lite? Perché l’uomo del bar di Ilary Blasi (e capo di Totti) non ha denunciato
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Resta un mistero l’aggressione subita nella notte tra domenica scorsa e lunedì a Milano da Cristiano Iovino, il personal trainer romano chiamato da Francesco Totti a testimoniare in tribunale sull’infedeltà coniugale di Ilary Blasi. Non solo non si sa quale sia stato il motivo del pestaggio, ma il fatto che il 37enne non abbia voluto sporgere denuncia formale, come se temesse altre ripercussioni, contribuisce a rendere il mistero ancora più fitto. Dalle linee generali, infatti, sembra trattarsi di un vero e proprio raid punitivo, anche perché non è stato derubato.

Era circondato da cinque o sei uomini scesi da un minivan, in via Marco Ulpio Traiano, alle porte di Milano. Erano le 3,30 e Iovino stava tornando a casa quando è stato circondato da questo gruppetto, che lo ha picchiato a mani nude, lasciandolo disteso a terra sanguinante. È stato soccorso dagli operatori del 118 e medicato sul posto. Sono intervenuti anche i carabinieri dell’Unità Radiomobile e della Stazione di Moscova, ma nei casi di lesioni personali con malattia di durata inferiore a 20 giorni è necessaria la denuncia perché l’autorità giudiziaria proceda. Inoltre, il personal trainer non ha voluto recarsi al pronto soccorso per farsi denunciare le sue ferite o eventuali contusioni.

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LE INDAGINI

Inoltre non ha fornito ulteriori dettagli alle forze dell’ordine per aiutarli nelle indagini. Non ha dato alcun indizio di eventuali sospetti, né ha voluto mettere agli atti come avesse trascorso quella notte prima di essere aggredito. Gli inquirenti hanno però presentato una nota alla Procura di Milano. Cercheranno di capire se si sia trattato di una vendetta estemporanea messa a punto a margine di una serata trascorsa in qualche locale o se si sia trattato invece di un raid organizzato in anticipo, con un veicolo – il mini van – che solitamente viene noleggiato da chi non lo fa. Non vogliono essere identificati (compresi ultras e criminali). Le ragioni a questo punto potrebbero essere le più varie. Su quali piedi Iovino avrebbe “calpestato” fino a scatenare questa reazione? Non sembra che si sia trattato di piccola delinquenza, visto che non lo hanno nemmeno derubato. I suoi amici sono estremamente riservati e lui stesso non ha voluto dire nulla al telefono.

LA CAUSA

Il suo nome è diventato noto alle cronache dopo che “Il Messaggero” lo aveva intervistato lo scorso 25 gennaio e aveva confessato di essere l’uomo misterioso con cui Ilary Blasi aveva raccontato nel suo documentario “Unica” di aver preso un caffè “da single”, suscitando la gelosia di Totti. . Ma Iovino, sul nostro giornale, ha rivelato: «Abbiamo avuto una conoscenza intima. Ci siamo conosciuti verso la fine del 2020, attraverso i social, poi abbiamo deciso di incontrarci di persona e partecipare ad una mostra di Banksy a Roma. Ho cominciato a scriverle, commentando scherzosamente un suo selfie in ascensore”. A quel tempo, però, la conduttrice televisiva era ancora ufficialmente con Totti. «C’era timore da entrambe le parti di essere visti e fotografati insieme – ha spiegato il 37enne a “Il Messaggero” – Nemmeno io volevo finire al centro di un caso mediatico, ma a quanto pare qualcosa è andato storto. Ci vedevamo per lo più a casa mia.

Nell’udienza del 31 maggio potrebbe essere costretto a ripercorrere quei mesi della sua conoscenza con Ilary davanti al giudice del Tribunale di Roma, che dovrà decidere (tra l’altro) chi sarà responsabile della fine dei Vip matrimonio di coppia. La difesa di Totti, infatti, non ha intenzione di rinunciare alla sua testimonianza.

 
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