Federico Fashion Style a Verissimo dopo l’aggressione: “Trauma cranico” – DiLei

Federico Fashion Style a Verissimo dopo l’aggressione: “Trauma cranico” – DiLei
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Federico Fashion Style, nome d’arte di Federico Lauri, ha subito un attacco omofobico molto violento. Un episodio che lo ha toccato profondamente, ferendolo forse più nell’anima che nel corpo. Ne ha parlato sui social e più nel dettaglio su Verissimo.

Federico Fashion Style attaccato

Tutto è accaduto a bordo di un treno in partenza da Milano e diretto a Napoli. Era diretto in Campania per lavoro e, consapevole del fatto che c’era stato un ritardo, lo è stato si è rivolto al capotreno per avere informazioni.

Dietro di lui, però, un uomo che definisce “mostrocominciò a fare registralo con il tuo cellulare. Tutto è iniziato così. Quando Lauri gli ha chiesto di fermarsi, l’uomo prima ha negato l’evidenza e poi lo ha aggredito verbalmente.

“Mi ha detto che sono il clown d’Italia e che dovrei stare fermo e tacere”. Dopo aver chiesto al capotreno di allertare la polizia di bordo per poter sporgere denuncia, l’uomo gli dice: “Vai a sederti, maledetto bastardo”.

Da qui in poi la situazione degenerò rapidamente. Il tentativo di farlo ragionare fu inutile, visto che Lauri fu subito colpito da un pugno in facciaseguiti da strattoni e colpi vari: “Mi ha sbattuto la faccia contro la cabina dell’ingegnere. Non ricordo esattamente cosa sia successo. Hanno chiamato l’ambulanza e tutti lì mi hanno protetto”.

L’aggressore, ha rivelato Lauri, ha dichiarato di essere intervenuto per proteggere il conduttore, che secondo lui il famoso parrucchiere stava aggredendo: “Il conduttore però ha testimoniato il vero”.

In ospedale lamentava forti dolori alla testa e vomito. È stato sottoposto a una TAC e un’altra lo attende la prossima settimana. Il referto medico ospedaliero era il seguente: “Trauma craniofacciale, con prognosi a 15 giorni”.

Come detto, però, il dolore più grande è quello che ha sentito dentro, e che ancora non lo ha lasciato. Da allora non può più uscire di casa la notte. Di giorno però si sente osservato dopo quanto accaduto. Tuttavia, si è detto felice e sorpreso di aver trovato un così grande supporto online.

La vita dopo il coming out

Un anno dopo il suo uscita dolorosa, la vita di Federico Lauri è decisamente cambiata. Quella scelta gli costò cara, spiegò. Ma era qualcosa che non poteva più restare in silenzio. Ha sempre saputo chi era, dice, ma stava con qualcuno che amava profondamente e doveva prendere in considerazione tutto ciò che quell’annuncio avrebbe comportato.

“Avevo il mio istinto, anche se avevamo una normale relazione tra fidanzati. Così ho deciso di dirle cosa sono”. Ha quindi detto che la madre di sua figlia la conosceva da molto tempo. Molto prima del grande annuncio pubblico.

Ha voluto quindi lanciare un importante messaggio di libertà. Essere omosessuali non è una malattia, lo è l’omofobia, spiega. Molti non si sentono liberi, perché pensano a quello che potrebbero pensare gli altri, come ad esempio i loro genitori.

La vita è bella e va goduta, io non l’ho fatto. Se lo avessi detto prima ora non mi troverei in questa situazione drammatica, anche a causa della separazione che sto vivendo. Vedo mia figlia ma accadono cose surreali. Ho bisogno di assistenti sociali e posso chiamare mia figlia la mattina alle 8 e la sera alle 20”.

La rottura

L’intervista a Silvia Toffanin ha poi spinto Federico Lauri ad affrontare nel dettaglio il tema della sua separazione. Il suo ex non gli sta rendendo la vita facile, come un padre, spiega. Il suo punto di vista è molto chiaro. Non riesce a capire il fatto che prima, quando erano ancora insieme, niente gli avrebbe impedito di parlare con sua figlia fino a 30 volte al giorno. Adesso però ha gli allarmi sul cellulare perché in tutti gli altri orari, tranne alle 8 e alle 20, non riceve risposta.

“Si tratta di una separazione legata prettamente all’aspetto economico. Se le dessi quello che vuole, sarei la persona più gentile del mondo. Ho lasciato la mia casa, quella che mi hanno regalato i miei genitori. Il giudice l’ha assegnato a mia figlia ed è rimasto chiuso per questi due anni. In effetti, dici che non è accessibile. A breve, però, verrà emessa la sentenza di affidamento”.

La sua amarezza è grande e ci tiene a dare un messaggio di speranza ai tanti padri che vivono la sua stessa situazione. Ci tiene a ribadire come le madri siano avvantaggiate in qualche modo nei processi di separazione.

Dopo tutto questo, si dice pronto a ricostruire un rapporto normale, soprattutto per il bene della figlia che condividono. Al momento è come vivere in un limbo che fa male a tutti. Ad esempio, oggi non riesce nemmeno a prendere in considerazione l’idea di iniziare una nuova vita.

“Non è il momento perché sono in una fase della vita in cui penso a tutto tranne che all’amore. L’unico amore che provo è per mia figlia, che voglio sia felice”.

 
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