“Noi, solidali, rinunciamo a Francoforte”. Le parole di Veronesi, Piccolo, Giordano – - – .

“Noi, solidali, rinunciamo a Francoforte”. Le parole di Veronesi, Piccolo, Giordano – - – .
“Noi, solidali, rinunciamo a Francoforte”. Le parole di Veronesi, Piccolo, Giordano – - – .

Si moltiplicano le reazioni e le rinunce dopo l’esclusione di Roberto Saviano dalla Buchmesse di Francoforte, dove l’Italia sarà ospite d’onore. Alle dichiarazioni di Saviano su Instagram si sono aggiunte le voci di molti autori: “Il governo sta cercando di censurarmi di nuovo e in occasione della 76esima edizione della Buchmesse di Francoforte, una delle fiere del libro più importanti al mondo, dove l’Italia è quest’anno ospite d’onore, nel lungo elenco di scrittori portati a Francoforte e scelti da Mauro Mazza, il mio nome non appare. Per tutta risposta il direttore della fiera Jürgen Boos mi ha invitato, così come l’Associazione degli editori tedeschi, l’Associazione dei librai e la TV statale ZDF».

Intanto arriva il comunicato dell’editore del nuovo libro dello scrittore, Fuoriscena, marchio del gruppo RCS. Alessandro Bompieri, direttore generale News di RCS MediaGroup, ha dichiarato: «Siamo fermamente convinti che Roberto Saviano debba essere tra questi gli autori in rappresentanza dell’Italia, selezionati e invitati dalle nostre istituzioni. Ciò è dovuto all’indiscusso valore civile delle sue opere e al grande successo internazionale di cui ha sempre goduto”. Prosegue Bompieri: «In assenza di invito istituzionale, Fuoriscena, casa editrice del Gruppo RCS ed editrice italiana del suo ultimo libro Noi due apparteniamo insiemesarà felice e onorato di sostenere in ogni modo la sua presenza a Francoforte”.

Già martedì, il poeta Franco Buffoni, tra i cento scrittori invitati, aveva annunciato le sue dimissioni dopo l’esclusione di Saviano. Era ieri Sandro Veronesi, lo scrittore due volte vincitore di Strega, ad annunciare il rifiuto. «L’esclusione di Roberto Saviano – ha detto Veronesi – non mi permette di accettare l’invito ricevuto. Continua questa pratica di ingerenza del Primo Ministro e dei suoi più fidati collaboratori, accompagnata dall’“ipocrisia di Putin”, su decisioni che non devono seguire la logica politica. Se sarà necessario per il mio lavoro andrò a Francoforte in privato”.

Interrogato dal “Corriere”, Veronesi ha aggiunto: “Il fatto di non portare Saviano è come se l’Inter Miami non portasse Messi. Poi le ragioni sono ridicole: scavano un fossato tra Mazza e il governo da una parte, e Saviano dall’altra. Lo dico con tutto il rispetto per Francoforte, che è una questione molto seria: facciamo una pessima impressione su noi stessi, è la fiera più importante del mondo, ti fanno l’ospite d’onore e non porti lo scrittore più importante. Ed è un danno anche per quegli scrittori che non hanno molta voce, e invece a Francoforte insieme ai big ne avrebbero avuta una: ora si parlerà solo di questa vicenda”.

Anche il premio Strega Paolo Giordano ha reso noti i retroscena della sua assenza dalla Buchmesse, prima con un post ironico su X: «La prima cosa che ho fatto dopo aver ricevuto l’invito alla Buchmesse è stato chiedere a Roberto Saviano se fosse stato invitato: no. Quindi mi sono creato anch’io un impegno alternativo (ho il judo)”. Poi, ha aggiunto: «Purtroppo Roberto lo è diventato cartina di tornasole di alcuni criteri politici di inclusione ed esclusione. Inaccettabile nella cultura. Essere ospiti alla Buchmesse è importante per gli scrittori e le scrittrici, non esserci o arrendersi ha un costo”. E ha concluso: «Non è solo una questione politica, ma di banale opportunità: credo che Roberto sia l’unico di noi ad aver parlato all’Accademia svedese. Come si può anche solo pensare di non invitarlo ad una delegazione italiana? Mercoledì è stato respinto anche un altro premio Strega, Francesco Piccolo, che motivava così la sua scelta: «Qui non è in gioco la politica, ma la letteratura».

Interviene anche il premio Strega Antonio Scurati (che non era tra gli invitati perché, secondo quanto dichiarato dal commissario Mauro Mazza nel convegno di martedì, avrebbe “preferito non esserci”): “Ho rifiutato mesi fa l’invito del commissario di governo perché non intendo far parte di questa delegazione. Ma io ci sarò, invitato dagli editori tedeschi”.

Mercoledì è intervenuto Dacia Maraini, che sarà protagonista di uno dei tre “soli” d’Italia come ospite d’onore (gli altri lo saranno Alessandro Baricco e Claudio Magris): «Credo che escludere scrittori importanti sia un grave errore. Poi ho saputo che verranno comunque, invitati dalla Buchmesse, ci incontreremo lì. Non vorrei che la Fiera di Francoforte diventasse un luogo di guerra, non ne posso più”. E ha concluso: «Se volete protestare dovete farlo tutti insieme. Se tutta la delegazione italiana decidesse di non andare alla Buchmesse, sono d’accordo. Per formarci un’opinione dobbiamo decidere tutti insieme”.

Mercoledì pomeriggio è arrivata la nota dell’Aie: «L’Associazione italiana editori ricorda, come spiegato ieri (martedì ed) dal presidente Innocenzo Cipolletta, il quale la scelta degli autori ospiti a Francoforte è il risultato di una procedura, fatto di un proficuo dialogo e confronto con i singoli editori e agenti letterari italiani, a partire dalle loro proposte. Tra le proposte sulla base delle quali è stato costruito il programma mancano ovviamente molti autori, tra cui, almeno fino ad oggi, Roberto Saviano. L’IEA non avrebbe mai permesso e non permetterà mai un’interferenza esterna con la volontà degli editori”.

Sull’opera di Mazza, Il commento di Paolo Mieli: «Saviano, uno dei più grandi scrittori italiani, è pieno di fiamme perché si lamenta di essere stato escluso dalla Buchmesse, ma questa volta, nonostante fosse suo amico, la difesa di Mauro Mazza mi è sembrata piuttosto solida». E ha continuato: “I nomi degli invitati sono quasi tutti presi da sinistra”. Per poi concludere: «I nuovi manager della cultura inseriti al Salone di Torino, alla Biennale di Venezia o alla Buchmesse vanno valutati con spirito di obiettività».

Continuano le reazioni degli autori invitati. E sono di segno diverso. “Trovo fastidiosa la presenza del partito degli intellettuali”, ha detto Marcello Veneziani – che in qualche modo interviene, decide, sanziona e pretende di essere un potere di diritto divino. Non potrei giudicare con l’accetta la scelta di non provocare la reazione di Saviano e Veronesi. In generale noto la presenza incombente del partito degli intellettuali che include alcuni ed esclude altri”. E il filosofo Stefano Zecchi: «Se mi dicessero che Saviano è sotto censura vorrei vedere quanto tempo sta in televisione e quanto ci sto io. Questa è la prima considerazione. La seconda è che in realtà Saviano avrebbe dovuto essere invitato dalle case editrici».

Tante voci di solidarietà. Teresa Ciabatti precisa: «Escludendo Saviano, uno degli scrittori italiani più importanti e più letti all’estero, se non è censura politica è ignoranza. E questo mi spaventa ancora di più”. Paolo Di Paolo in un post definisce l’esclusione “ingiustificabile”. Tra gli autori invitati Nicola Lagioia scrive su Facebook: «Il governo italiano che non invita Saviano alla Buchmesse, sconfessato subito dopo dalla stessa Buchmesse, che ospiterà Saviano grazie ai suoi editori tedeschi, non è il primo e non sarà l’ultimo degli errori che ci aspettano da qui ad ottobre. Non credo che neanche l’AIE se ne stia andando bene”. Chiara Valerio commenta i rifiuti di Veronesi e Piccolo: «Sono felice che ci sia una comunità che risponde». Mentre Antonio Franchini dichiara: «Credo che non invitare Saviano sia un errore. Sotto ogni punto di vista”.

Le reazioni dei politici

Le reazioni politiche arrivano, e sono di tutt’altro tipo, dopo l’esclusione di Roberto Saviano dalla lista degli scrittori invitati a Francoforte. Solidarietà arriva dalla segretaria del Pd Elly Schlein: «C’è un clima non accettabile nei confronti di intellettuali e scrittori. Lo abbiamo visto anche nelle puntate precedenti, anche con monologhi censurati. Voglio esprimere tutta la mia vicinanza e solidarietà ad uno dei più grandi intellettuali che abbia il Paese e che fortunatamente, nonostante questo, sarà ancora presente, non certo grazie all’Italia”. Su di lui il ministro del Turismo, Daniela Santanchè”. La trentina della FdI, Alessia Ambrosi, dichiara: «In una nazione normale sarebbe normale ogni tanto dare spazio ad altri scrittori, o magari scrittrici, o sbaglio?». Mentre Nicola Fratoianni, Alleanza Verdi Sinistra, scrive

 
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